Fondazione cancella la Teatri spa

Sabato 15 Giugno 2019
LO SCENARIO
TREVISO Una sola società partecipata, che sarà veramente strumentale e si occuperà di tutto il patrimonio, e il bilancio triennale in via di definizione: in questi giorni a Ca' Spineda si lavora sotto traccia. Il presidente Luigi Garofalo, un tassello alla volta, sta modellando Fondazione Cassamarca secondo i suoi parametri. E il primo è abbandonare definitivamente l'attività immobiliare, valorizzare al massimo i beni non da poco di proprietà e costruire una solida base per progettare i prossimi anni.
UNA SOLA STRUMENTALE
Garofalo ha già detto chiaramente che tutte le decisioni riguardanti la Fondazione devono essere prese da Consiglio d'Indirizzo e Cda. Indicazione all'apparenza banale ma che in realtà si porta dietro una piccola rivoluzione. Segna infatti la fine dell'epoca delle società partecipate a cui, nel corso degli anni, sono state delegate partite fondamentali come la gestione dei teatri, dell'università degli immobili. Ognuna dotata di un amministratore delegato o presidente. A oggi ce ne sono due: Appiani 1 srl e Teatri spa. Ne rimarrà solo una che raggrupperà tutto e si limiterà a mettere in pratica quanto deciso dai due organismi sovrani. Ancora non ha un nome, ma sarà una società esplicitamente strumentale - quindi con zero capacità decisionale - che baderà agli immobili e a tutti i beni che ricadono su Ca' Spineda. Per farla decollare si aspetta solo un ultimo passo formale: il definitivo passaggio del teatro comunale al Comune di Treviso. Venerdì scorso, a Ca' Sugana, il sindaco ha portato in giunta la delibera che sancisce il passaggio del Comunale nel circuito del Teatro Stabile. Adesso manca l'ultima carta bollata e poi la Teatri spa finirà di esistere. E Fondazione volterà pagina.
I CONTI
Entro fine mese verrà portato in Consiglio d'Indirizzo anche l'aggiornamento del Bilancio triennale: altra piccola rivoluzione. Ovviamente l'obiettivo è arrivare alla parità di bilancio entro il 2021, ma per vie diverse da quelle battute fino a oggi. Ca' Spineda intende riportare i conti in ordine non più attraverso la finanza, che avrà un peso complessivo sui movimenti in entrata e in uscita del 4% rispetto al 7-8% della gestione De Poli, e nemmeno vendendo tutto il vendibile. Per esempio verrà tolta dal mercato Ca' Spineda, che Garofalo non intende assolutamente cedere ma, anzi, rilanciare trasformandola in una piccola sede museale (e i lavori al piano terra e al primo solo partiti in questi giorni). Il presidente vuole invece vendite di immobili mirate e funzionali e punta molto sugli affitti. Ma qualche cessione ci sarà.
RICHIESTE
A oggi sono dieci le proprietà immobiliari inserite nella vetrina online del sito di Fondazione creata per trovare acquirenti. Ultimamente sono arrivate richieste di aprire una trattativa per i terreni attorno a villa Franchetti di Preganziol, per villa Lina e Ca' Zenobio. In ballo ci sono possibili entrate per oltre 20 milioni di euro. Il pezzo più pregiato, almeno da un punto di vista architettonico, resta Ca' dei Carraresi, anche se Garofalo ha avvisato che piuttosto di venderla preferirebbe metterla a reddito o cederla solo per progetti che ne valorizzino la storia.
Paolo Calia
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