«Caro papà, ti cerchiamo ancora»

Giovedì 31 Dicembre 2020
«Caro papà, ti cerchiamo ancora»
CASIER
«La persona che può fornirci un dettaglio decisivo deve essere da qualche parte. Non ci fermeremo, vogliamo trovare papà, vivo o morto». Undici anni sono passati dal 30 dicembre 2009, dalla sera in cui Mario Bonduan è stato inghiottito dal buio senza risposte che è il mondo degli scomparsi. Le sue tracce si sono perse in una sera di festa nel centro di San Candido, in Alto Adige, e nonostante una serie di avvistamenti ritenuti attendibili, dell'allora 67enne non si sono più avute notizie. Alle indagini che già nei primi giorni erano partite a rilento continua però ad accostarsi l'instancabile opera delle figlie, Stefania e Angela.
GLI APPELLI
«Continuiamo a monitorare eventuali segnalazioni e torniamo spesso a San Candido, a cercarlo personalmente nei boschi e nei dintorni, come lo abbiamo sempre cercato quando era stato avvistato nel Veneziano e nel Trevigiano spiega Stefania. Ad oggi purtroppo non ci sono novità. Quel che ci angoscia maggiormente non è in sé la scomparsa, ma il fatto che non sia mai stato trovato. Siamo consapevoli che potrebbe essere morto, come pure che la macchina delle ricerche ha tempi e modalità complesse. Ma la speranza che possa essere riuscito a sopravvivere c'è e resta, proprio perché tutte le possibili piste sono di fatto ancora aperte». Per questo le figlie, portando avanti quanto fatto fino a quando era in vita anche mamma Anna, proseguono in tre direzioni: nelle strutture d'accoglienza, tra chi vive in strada e fra i cadaveri non identificati. «Ci è stato prelevato il dna per possibili comparazioni, ma il meccanismo per le ricerche dei corpi senza un nome procede a rilento prosegue Stefania. Sentiamo periodicamente tutte le strutture d'accoglienza, anche se non sempre otteniamo risposta. Quel che speriamo è che qualcuno possa fornirci un indizio o un suggerimento e farci trovare pace».
GLI AVVISTAMENTI
Quella sera Mario (che il 28 gennaio compirà 79 anni) è sparito dal centro di San Candido. La scomparsa è stata immediatamente denunciata alla polizia e da subito era stato cercato a piedi in paese. Le ricerche a tappeto erano però cominciate solo nove giorni più tardi. Un volontario a bordo di un'ambulanza lo aveva visto lungo la statale verso Dobbiaco e lì un senzatetto lo aveva poi visto salire su un treno alle 5.30 verso Fortezza. Di fatto però nessun testimone risulta sia mai stato sentito dalla polizia. Nel fascicolo richiesto dai parenti non vi è a verbale nessuna testimonianza. Nemmeno le telecamere del paese sarebbero mai state analizzate, come pure quelle nelle stazioni o sui treni. Le ricerche con i cani molecolari il 31 dicembre avevano portato di nuovo a Dobbiaco, mentre negli anni successivi vi sono stati avvistamenti nel Miranese, sul Montello (settembre 2010) e a Treviso (dicembre 2014). A Volpago in particolare (zona frequentata da Mario in gioventù) una testimone aveva descritto dettagli dell'abbigliamento mai divulgati: «Siamo corsi sul posto, da soli, senza purtroppo rintracciare nessuno che corrispondesse alle descrizioni. Aveva problemi di memoria e orientamento, ma fisicamente era forte, potrebbe davvero aver cercato di tornare in Veneto. Di certo non voleva sparire» conclude Stefania. La famiglia ora valuta l'iter per il riconoscimento della morte presunta, ma non si arrende: «Ama i francobolli, le bocce, il formaggio. Ama noi: semplicemente, è il nostro papà, lo rivogliamo».
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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