Ale il Bottegaro Coppo: «Dissacro le fiabe» E "Hansel & Gretel" si trasforma in un noir

Lunedì 14 Dicembre 2015
La fiaba tedesca di Hansel & Gretel rivisitata da un castellano in chiave noir. Da pochi giorni si trova in libreria a firma di Ale il Bottegaro Coppo. Classe 1980, laurea in Psicologia della Personalità all'Università di Padova, abita a Brusaporco (Resana), e si trova ogni giorno dietro al bancone del bistrò San Giustino, dentro le mura della città di Giorgione. Il romanzo, menzione d'onore al Premio Pandanoir 2015, Panda Edizioni, ha un titolo curioso, "Hansel&Gretel: caso irrisolto-seconda edizione".
Seconda edizione? che significa?
«È una "seconda edizione" per finta. Il libro è redatto nella mia fantasia da C.B.Knock, giornalista che ha riportato le interviste da lui condotte ai personaggi "di contorno" alla fiaba, come ad esempio il detective che ha seguito le indagini o la psicoterapeuta del padre di H&G e insegnante di Zumba Trilli Campanellino. Dopo il successo della prima edizione gli è stato chiesto di aggiungere un parere personale alla vicenda che mancava nella prima stesura a cui si aggiungono i commenti dell'Opinion Leader Cappellaio Matto».
Le piace dissacrare il mondo della fiabe, come nel suo primo libro "Cappuccetto Rosso: a song of ice and fire and Prunola" (Panda Ed). Perché?
«Mi piace considerarle da punti di vista alternativi. Il primo romanzo è una raccolta di testi comici che avevo scritto per promuovere alcuni prodotti castellani, come la Prunola, prendendo ispirazione dal Carosello. Hansel&Gretel, come recita l'incipit, "non è solo una fiaba: è un mistero". Come può una bambina avere la forza di spingere un'anziana dentro un forno? È poi vero che sono stati abbandonati dalla famiglia, nel bosco? Troppe domande circolano nel caso: Knock decide di voler fare chiarezza, e ci porta in un mondo di "fiabaioli" che... non la raccontano giusta».
L'ispirazione per i personaggi da dove arriva? Dai clienti del bistrò?
«Chiunque lavori a contatto col pubblico sa che la realtà supera considerevolmente l'immaginazione. E dopo tanti anni dietro un bancone ti rendi conto d'avere un baule in testa pieno di cose da raccontare».
Quando scrive?
«Di notte, oppure al mattino molto, molto presto prima di accompagnare la bimba all'asilo. Scrivo in realtà da sempre. A casa ho un cassetto pieno di racconti e fiabe! Creare nuove storie o prendere quelle che tutti conoscono e modificarle, ribaltarle, giocarci fino a creare qualcosa di diverso. Mi diverto».
Le reazioni di lettori?
«Mi pareva di essere in una puntata di "Csi", ma nelle favole. Oppure: "tu sei pazzo...quando esce il prossimo"?»

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