ZENGA: «TUTTI IN DISCUSSIONE»

Domenica 14 Ottobre 2018
L'INTERVISTA
Joe Tacopina ha voltato nuovamente pagina e a distanza di quattro mesi lascia a casa Stefano Vecchi e affida il suo Venezia a Walter Zenga, per riportarlo in carreggiata e staccarlo dal penultimo posto dove ora è relegato con quattro punti in sei gare.
«Dopo tre anni fantastici siamo incappati in passi falsi che non potevano continuare - ha detto il presidente -. Ho scelto Zenga perché è l'uomo giusto per rilanciare il Venezia, ha un carattere deciso e vincente che assomiglia al mio: è schietto e non le manda a dire a nessuno. Sono stato impressionato dal suo primo incontro con la squadra: in spogliatoio tutti lo ascoltavano in silenzio e quando è uscito per andare in campo aveva il piglio di un leone, lo stesso che ha poi messo in allenamento. Sono orgoglioso di aver scelto una leggenda del calcio italiano».
La parola all'Uomo Ragno, giunto in laguna appena venerdì. «Appena contattato sono partito da Dubai dove vivo per incontrare il presidente e mi sono trovato in ottima sintonia, quasi ci conoscessimo da anni. Tacopina vuole una squadra che gioca, che lotta, che ha il suo spirito: anch'io la penso così. Per questo ho accettato subito».
La attende un compito importante.
«Sono arrivato per rilanciare la squadra e partirò con il vedere chi ha voglia e passione per lottare per l'obiettivo, rifiutando l'idea stessa della sconfitta. Per fare questo ho cambiato il programma di allenamento al fine di poter conoscere personalmente - tatticamente e tecnicamente già so chi sono - tutti gli elementi che ho a disposizione. Nessuno ha il posto garantito, deve guadagnarselo e se ci sarà qualche titolare che non mi convincerà darò spazio ai ragazzi della Primavera, senza problemi».
Nella prima seduta d'allenamento ha già tenuto a riposo qualcuno.
«Perché seguisse l'allenamento dall'esterno e capisse certi meccanismi. Ho intenzione di parlare con tutti a iniziare da Pinato al quale chiederò di svegliarsi, per poi proseguire con Falzerano, Domizzi, perché intendo sentire dalle loro voci, la voglia di mettersi a disposizione con passione: voglio rivedere la ferocia in campo. Andare all'allenamento deve essere un piacere non un obbligo, quasi un peso».
Dopo la pausa ci sarà subito un tour de force (Verona-Palermo-Cremonese).
«Il nostro campionato inizia domenica prossima contro il Verona: non contano più i nomi scritti sulle spalle della maglietta, conta lo stemma che abbiamo qui davanti. Azzeriamo tutto e ricominciamo con la mentalità inglese, chiedendoci solamente chi è il prossimo».
Ha seguito il cammino del Venezia nella passata stagione?
«Si è ho ammirato il lavoro di Pippo Inzaghi specie su una difesa che andava in campo determinata e sicura di sè: sembrava sfidare l'avversario dicendo venite, tanto gol non ce ne fate. Ecco, voglio che si ritorni a quei livelli».
La scelta di accettare di serie B, dopo l'ultima stagione al Crotone in A?
«Se una persona che stimo come Marco Giampaolo ha deciso di ripartire dalla serie C posso farlo benissimo anch'io dalla B, per giunta in una squadra storica e ambiziosa che ha ben chiaro in testa che quando si parla di serie A non vuol dire vincere subito 3-0 e poi fare un filotto di 12 vittorie con la sigaretta in bocca...»
Come giocherà il suo Venezia?
«Adoro voi giornalisti perché avete la mania dei numeri. Non sono fondamentali quanto lo sono i principi che il tecnico trasmette. Un singolo risultato può essere frutto del caso, una buona prestazione è invece il risultato di un costante lavoro. Solamente con questa mentalità possiamo rilanciare il Venezia, riportando l'entusiasmo nella tifoseria e nella città».
Luca Miani
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