L'ELEZIONE
MILANO Vittoria doveva essere e vittoria - schiacciante - è stata.

Venerdì 14 Maggio 2021
L'ELEZIONE
MILANO Vittoria doveva essere e vittoria - schiacciante - è stata. Il Consiglio nazionale elettivo del Coni, che per la prima volta dopo 75 anni si è tenuto a Milano, al Tennis Club Bonacossa, per celebrare il salvataggio del Comitato olimpico da parte di Giulio Onesti nel secondo dopoguerra, sceglie ancora una volta Giovanni Malagò, per il quadriennio 2021-2024. È il suo terzo incarico, sarà l'ultimo come previsto dalla legge sul numero massimo dei mandati. Un successo netto il suo, forse anche più di quanto si potesse pronosticare alla vigilia. Il presidente uscente ha raccolto 55 preferenze (il 79,71% dei votanti) contro le 13 di Renato Di Rocco, ex presidente della Federciclismo e rivale più accreditato anche per l'appoggio di big come Barelli (nuoto) e Binaghi (tennis), e il solo voto per Antonella Bellutti, la prima donna candidata in 107 anni di storia del Coni. Ma la rivoluzione femminile è andata avanti comunque perché nella Giunta sono entrate cinque donne, due delle quali hanno ricevuto l'incarico di vicepresidente: Silvia Salis, vicaria, e Claudia Giordani. Non era mai successo prima. Era invece già successo che nella Giunta ci fosse anche il calcio, ma il rientro della Figc con l'elezione di Gabriele Gravina (sesto eletto tra i sette dirigenti) rafforza ulteriormente il mandato di Malagò (che peraltro, oltre al numero uno della Federcalcio, porta in Giunta tutti i candidati della sua area).
LE REAZIONI
«Non mi risparmierò, darò l'impossibile per essere forte e credibile in questo momento di tempesta. In questi anni ho ricevuto tante proposte alternative, sulla carta molto belle, ma non le ho mai prese in considerazione per due motivi: perché ho preso un impegno con le persone che mi hanno votato e perché non esiste ruolo più bello del presidente del Coni», ha detto a caldo Malagò, con la voce qua e là rotta dalla commozione. La tempesta è stata al centro di tutta la giornata del presidente, dall'esposizione del programma alla conferenza post elezione. Se prima del voto aveva parlato di uno sport «travolto dalla pandemia» che necessitava di tutela «a partire dalla filiera delle associazioni», dopo l'elezione Malagò è andato oltre. «La situazione dello sport è molto grave - ha spiegato -. Noi pensiamo di andare tutti insieme dal governo per presentare i nostri problemi. Finora non si è fatto abbastanza. Le istituzioni devono salvare il nostro sistema e hanno un solo modo: dare fondi da distribuire sul territorio».
ECCEZIONALI
La corsa della Bellutti ha inevitabilmente messo al centro delle elezioni la questione della parità di genere. «Il gender gap è l'unica vera gara che lo sport italiano femminile deve ancora vincere», ha detto la due volte campionessa olimpica. Ma da Milano arriva un segnale positivo. In Giunta entrano cinque donne: l'ex pallavolista Antonella Del Core in quota atleti, la coach delle Farfalle della ginnastica Emanuela Maccarani per i tecnici, l'ex campionessa di sci Claudia Giordani per i Comitati provinciali e Silvia Salis e Norma Gimondi che tra presidenti e dirigenti sono state le prime due elette. Non a caso Malagò ha scelto come vicepresidentesse proprio l'ex martellista (vicaria) e la Giordani, che da rappresentante del Coni a Milano avrà un ruolo chiave nell'avvicinamento alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Segretario generale è stato confermato Carlo Mornati.
Proprio in chiave Giochi il numero uno del Comitato olimpico ha annunciato che il 20 maggio ci sarà la Giunta da cui spunteranno i nomi dei due portabandiera per Tokyo («presenterò l'idea di portare un uomo e una donna») e che il successivo 23 giugno la delegazione a cinque cerchi salirà al Quirinale per ricevere la bandiera dal presidente Mattarella. Il viaggio di Malagò è appena ricominciato.
GIanluca Cordella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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