Sospensioni in arrivo per i sanitari no vax

Giovedì 29 Luglio 2021
ULSS 5
ROVIGO «È una questione delicata, di equilibrio fra diritti e doveri, che abbiamo gestito nel modo più discreto possibile, con la massima prudenza, però ora non possiamo che applicare una norma che ci vede responsabili della sua applicazione, senza alcun intento punitivo, ma per seguire un percorso avviato da mesi che ha dato tempo a tutti di riflettere sulle proprie scelte».
Il direttore amministrativo dell'Ulss Polesana Urbano Brazzale, che in questo momento di assenza per ferie del direttore generale Patrizia Simionato ha anche questo ruolo come facente funzione, non nasconde che la questione dei lavoratori della sanità non vaccinati sia arrivata al punto di svolta. E già prima di ferragosto potrebbero scattare le prime sospensioni. Martedì sera l'Ulss Polesana ha pubblicato la delibera con le Determinazioni in ordine agli adempimenti previsti dall'art. 4 del decreto legge 1° aprile 2021, n. 44, convertito con modifiche in legge n. 76/2021: obbligo vaccinale per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario. Nell'atto si sottolinea come «la norma prevede, che l'atto di accertamento della violazione dell'obbligo vaccinale dei professionisti e degli operatori di interesse sanitario, comporti la sospensione automatica del diritto allo svolgimento di attività professionali e delle prestazioni lavorative rese. Prevede, altresì, che ove possibile i non vaccinati siano adibiti a mansioni che non implichino contatti interpersonali o comportino sotto qualsiasi altra forma rischio di contagio ovvero siano sospesi senza retribuzione. Per quanto riguarda i soggetti non vaccinabili, la norma prevede, invece che il datore di lavoro adibisca i soggetti a mansioni anche diverse, senza decurtazione della retribuzione, in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio da Sars-Cov-2».
SOMME DA TIRARE
In questo momento sono in corso le ultime valutazioni da parte dell'apposita commissione per valutare se i non vaccinati abbiano motivazioni di natura medica che sostengano questa scelta. «Ci sono una settantina di nostri dipendenti interessati e di questi, una ventina non hanno risposto alla raccomandata. Per altri, invece, la commissione ha valutato che la vaccinazione potesse essere differita per una situazione patologica in atto o perché in maternità. Parallelamente è in corso la ricognizione dei posti che non prevedono il contatto con il pubblico dove eventualmente possano essere ricollocati i non vaccinati, ovviamente partendo da quelli che hanno motivazioni riconosciute. Nel caso non ci siano più posti disponibili, chi ha fornito valide motivazioni viene sospeso, ma continuerà a percepire lo stipendio, per gli altri scatterà anche la sospensione dallo stipendio. L'Ulss come datore di lavoro procede per i propri dipendenti, per i lavoratori di altre strutture saranno gli Ordini e i Collegi professionali che una volta ricevuti i nominativi dei non vaccinati, provvederanno con le sospensioni, comunicando quindi ai rispettivi datori di lavoro la temporanea mancanza dei requisiti professionali».
SERVIZI GARANTITI
All'ultima ricognizione della Regione, in Polesine si tratta di 720 persone fra quanti esercitano professioni sanitarie e altri operatori classificati di interesse sanitario, e il problema, già sollevato, è quello relativo a organici, in particolare nelle Rsa, già ridotti all'osso. Il tutto in pieno periodo di ferie. «Abbiamo elaborato piani per garantire i servizi - rimarca Brazzale - tutto è stato attentamente bilanciato, l'auspicio è che queste persone si vaccinino e mi risulta che molti abbiano già prenotato. A questo punto per l'Ulss c'è l'obbligo di contemperare tutte le esigenze secondo i percorsi previsti dalle norme. È chiaro che è una situazione molto complessa e che non si tratta di una battaglia politica né di una volontà di punire. Tuttavia, dobbiamo prioritariamente garantire la salute, quindi anche garantendo che chi entra nelle nostre strutture sia il più possibile protetto da ogni rischio, compreso quello di essere contagiato. Ferma restando la libertà di scelta, il vaccino è lo strumento che ci sta aiutando, e lo dicono i numeri, a uscire da una situazione di emergenza che perdura da lungo tempo».
Paradossalmente a non avere più possibilità di scelta, ora, sono proprio le Ulss.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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