«Siamo osservati dalle telecamere»

Venerdì 23 Agosto 2019
«Siamo osservati dalle telecamere»
L'INCHIESTA
ROVIGO I comportamenti emersi nell'indagine che ha riguardato l'Iras, secondo la consigliera regionale Patrizia Bartelle, di Italia in Comune, hanno una propria radice anche nelle scelte politiche: «Emerge dice puntando il dito verso Venezia - una precisa responsabilità politica della Regione, che in questi anni con la Lega al comando, non ha saputo affrontare le questioni che si presentavano e ha proposto soluzioni inadeguate». Secondo la consigliera regionale, infatti, «il clamore suscitato in questi giorni dai gravissimi, ripetuti episodi di maltrattamenti all'Iras di Rovigo segnala una carenza di formazione etico-professionale di alcuni operatori. E segnala anche una difficoltà a svolgere la propria attività in strutture socio sanitarie dai ritmi di lavoro stressanti e con retribuzioni insufficienti. Bisogna accendere subito un faro su tutte le strutture polesane».
LE INDAGINI
L'indagine della Squadra mobile rodigina, coordinata dal sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, ha infatti portato alla luce «vere e proprie vessazioni» nei confronti delle anziane pazienti ospitate nel Nucleo Arancio del reparto centrale dell'Iras, come si legge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari con la quale è stata disposta la misura cautelare del divieto temporaneo di svolgere attività professionale all'interno di strutture sanitarie, sociosanitarie e assistenziali nei confronti di sette operatrici sociosanitarie, dipendenti dell'Iras, di un addetto alle pulizie di una ditta esterna e di un'ausiliaria, dipendente dell'Ulss, incaricata del rifacimento dei letti. Eppure, tutto ha rischiato di saltare.
LA SOFFIATA
Non solo, infatti, un infermiere aveva scoperto una delle telecamere piazzate dalla polizia, fatto del quale quattro Oss parlavano fra loro il 19 giugno, così come ripreso da altre cimici, ma ci sarebbe stata anche un ulteriore soffiata. «I comportamenti degli indagati si legge nell'ordinanza - sono stati verosimilmente contenuti, dopo che che M., al rientro dalle ferie il 16 giugno, aveva informato le colleghe Oss della presenza delle telecamere della polizia, installate con il pretesto di intervenire per una fuga di gas (informazione avuta da un vigile del fuoco suo amico)». Nonostante questa consapevolezza, anche in seguito i comportamenti intercettati sono apparsi sopra le righe: «Nonostante ciò, è comunque emerso un quadro di un vero e proprio metodo, violento e irrispettoso verso le degenti».
ADRIA E FICAROLO
«Dato il costante ripetersi di casi analoghi o comunque riconducibili a difficili condizioni di lavoro degli operatori nelle strutture polesane, la questione deve essere approfondita», incalza la Bartelle. «Ho più volte criticato l'operato dei vertici del Csa di Adria e la mia richiesta di commissariamento della struttura attende una risposta dal 18 aprile scorso. Sempre di questi giorni è la notizia secondo cui gli Istituti Polesani di Ficarolo, nei nuovi spazi in corso di realizzazione, dovrebbero ospitare una Rems. Si tratta di strutture che sostituiscono gli ospedali psichiatrici giudiziari e hanno funzioni educative e riabilitative dei detenuti.».
Francesco Campi
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