«Rsa, mancano cento infermieri: i sindaci vadano dal prefetto»

Giovedì 3 Dicembre 2020
«Il Covid sfonda anche le porte del Ciass di di Corbola: la situazione è di grande difficoltà e non basta quello che le strutture stanno facendo, sia in termini di dispositivi di protezione che di protocolli, è evidente la presenza di un muro invalicabile rappresentato dal deficit di personale di cui soffrono queste strutture, ormai da decenni, e che la pandemia sta evidenziando». Questa la sottolineatura di Roberta Denanni della Fp Cgil di Rovigo, che prende spunto dall'accensione del quinto focolaio polesano al Csa Villa Agopian, che insieme al Csa Madonna del Vaiolo di Taglio di Po e al Csa Arturo Pedrelli di Ariano compone il Ciass, Consorzio Isola di Ariano Servizi Sociali, diretto dal sindaco di Bosaro Daniele Panella, per evidenziare la difficoltà di tutte le case di riposo polesane, puntando il dito contro l'Ulss e chiedendo ai sindaci di sollecitare il prefetto. «L'Ulss - dice la sindacalista - pare non vedere e non sentire le richieste d'aiuto. Altri grandi responsabili della salute pubblica che, almeno finora, sono stati in silenzio sono i sindaci e proprio per questo chiediamo, come al sindaco di Lendinara per la grave situazione della Casa Albergo, ai tre sindaci dei Comuni del Ciass, di contattare il prefetto per chiedere che si faccia carico di questa grave crisi intervenendo sui vertici dell'Ulss 5. Non possiamo pensare che l'ulteriore azione sia consegnare alle strutture gli elenchi dei neolaureati in Scienze infermieristiche fingendo che sia una soluzione. Mancano almeno un centinaio di infermieri, oltre a decine di Oss. I dipendenti stanno cadendo come tessere di un enorme domino e il perdurare della situazione non potrà che determinare il collasso delle strutture per anziani in una emergenza sanitaria senza precedenti».
F.Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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