Pescherecci in difficoltà con il Mose

Sabato 24 Ottobre 2020
ROSOLINA
Il Mose protegge la laguna, ma come la mettiamo con le barche in mare? Da quando le barriere mobili sono entrate in funzione e hanno dimostrato la loro efficienza nel proteggere Venezia e Chioggia, questo interrogativo serpeggia tra le marinerie e, ieri, i rappresentanti regionali delle associazioni delle cooperative di pesca, Gianni Stival, Antonio Gottardo e Marco Spinadin, l'hanno formalmente girato al dirigente del Provveditorato alle opere pubbliche, l'ingegner Valerio Volpe. Le tre associazioni, Agci-Agrital, Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare, rappresentano una flotta peschereccia che, in Veneto, conta circa 480 imbarcazioni, nelle province di Venezia e Rovigo.
In sostanza il problema, sollevato dai pescatori, è che l'innalzamento delle paratoie del Mose isola la laguna dal mare, bloccando la marea in entrata ma anche impedendo il rientro dei pescherecci in porto e, poiché, quasi sempre l'acqua alta coincide con il maltempo (vento di bora o di scirocco e pioggia) le barche si trovano esposte a questi fenomeni.
BARCHE GRANDI
Alcuni rifugi naturali come potrebbero essere le foci dei fiumi, non sarebbero praticabili per le barche più grandi. Altra questione è quella dei tempi di rientro dei pescherecci. Molti escono dal porto alla mezzanotte mentre l'innalzamento delle barriere può essere deciso la mattina seguente, quando i pescatori sono, ormai, lontani dalla costa e, comunque, passata l'emergenza, il tempo standard per riabbassare le barriere è di altre tre ore. I tre rappresentanti dei pescatori hanno, quindi, posto al Provveditore questo insieme di questioni.
Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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