Porto Tolle dice no al patto ambientalista in casa sua.
E il sindaco Claudio Bellan non stringe (metaforicamente) la mano alle 15 associazioni nazionali che hanno stilato il documento con il quale si propone di fare del Delta un'area pilota per l'Italia e con valenza internazionale, dove sperimentare forme di tutela e gestione integrata e dinamica della biodiversità diffusa sul territorio.
Bellan ha ricevuto i firmatari in municipio ma la sua precisazione ha il tono della stroncatura ad alzo zero: «Non condivido né le modalità né i contenuti di questo documento - ha detto Bellan al cospetto degli ospiti -. Le proposte avanzate non sono state concertate con le istituzioni del territorio. Pertanto non le accolgo in toto. Anche se da parte dei firmatari ho trovato la piena disponibilità al dialogo, rimango della mia idea».
Secondo Bellan: «La filosofia di questo atto non va nella direzione dello sviluppo di un territorio nato con condizioni ambientali particolari e solo grazie agli interventi dell'uomo, senza la presenza del quale il Delta non potrebbe nemmeno esistere».
Ad accogliere i rappresentanti delle associazioni Italia Nostra, Legambiente e Wwf insieme a Bellan, anche il vice sindaco Mirco Mancin e il consigliere Alberto Bergantin. Durante l'incontro la delegazione ha illustrato quanto proposto e sottoscritto insieme alle altre associazioni. Tra le proposte, si ritiene possibile, nel breve periodo, limitare l'illegalità e la perdita di biodiversità nell'area protetta ai sensi delle norme nazionali e comunitarie. Mentre nel medio periodo i proponenti sottolineano come sia possibile sperimentare modelli di riconversione produttiva in chiave ecologica e individuare forme di sostegno e di migliore integrazione nel territorio delle nuove attività produttive green, nonché identificare pratiche più virtuose della valorizzazione della cultura delle attività tradizionali e dei prodotti locali, con attenzione particolare all'agricoltura biologica e biodinamica con la costituzione di un distretto biologico dell'area del Delta.
© riproduzione riservata
E il sindaco Claudio Bellan non stringe (metaforicamente) la mano alle 15 associazioni nazionali che hanno stilato il documento con il quale si propone di fare del Delta un'area pilota per l'Italia e con valenza internazionale, dove sperimentare forme di tutela e gestione integrata e dinamica della biodiversità diffusa sul territorio.
Bellan ha ricevuto i firmatari in municipio ma la sua precisazione ha il tono della stroncatura ad alzo zero: «Non condivido né le modalità né i contenuti di questo documento - ha detto Bellan al cospetto degli ospiti -. Le proposte avanzate non sono state concertate con le istituzioni del territorio. Pertanto non le accolgo in toto. Anche se da parte dei firmatari ho trovato la piena disponibilità al dialogo, rimango della mia idea».
Secondo Bellan: «La filosofia di questo atto non va nella direzione dello sviluppo di un territorio nato con condizioni ambientali particolari e solo grazie agli interventi dell'uomo, senza la presenza del quale il Delta non potrebbe nemmeno esistere».
Ad accogliere i rappresentanti delle associazioni Italia Nostra, Legambiente e Wwf insieme a Bellan, anche il vice sindaco Mirco Mancin e il consigliere Alberto Bergantin. Durante l'incontro la delegazione ha illustrato quanto proposto e sottoscritto insieme alle altre associazioni. Tra le proposte, si ritiene possibile, nel breve periodo, limitare l'illegalità e la perdita di biodiversità nell'area protetta ai sensi delle norme nazionali e comunitarie. Mentre nel medio periodo i proponenti sottolineano come sia possibile sperimentare modelli di riconversione produttiva in chiave ecologica e individuare forme di sostegno e di migliore integrazione nel territorio delle nuove attività produttive green, nonché identificare pratiche più virtuose della valorizzazione della cultura delle attività tradizionali e dei prodotti locali, con attenzione particolare all'agricoltura biologica e biodinamica con la costituzione di un distretto biologico dell'area del Delta.
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