Parchi, posteggi, archivi ed eventi: le idee per l'ex caserma Silvestri

Venerdì 8 Novembre 2019
Parchi, posteggi, archivi ed eventi: le idee per l'ex caserma Silvestri
IL COMPLESSO
ROVIGO La storia della caserma Silvestri si intreccia con quella di Rovigo e il progetto di recupero proposto dagli studenti dell'istituto per geometri Bernini, presentato in Pescheria, potrebbe esserne un nuovo capitolo: quello della rigenerazione urbana. È attesa da quando la caserma che ospitava il 5. Reggimento di artiglieria controaerei Pescara, è stata dismessa nel 2012. Già due anni prima, nel dicembre 2010, il protocollo d'intesa tra ministero della Difesa e Comune aveva fatto partire la fase di valorizzazione degli immobili, non più funzionali a scopi militari, ma non ha dato risultati. Il progetto degli studenti resterà in mostra in Pescheria fino a domenica (orari 9-12.30 e 16.30-19.30) e ripercorre la storia dell'area, la collega all'urbanizzazione della città ed espone, anche attraverso un plastico, le proposte di recupero. Si parte dalle mappe storiche e si arriva alla più recente pianificazione urbanistica degli anni 90 che invece di lasciare una direttrice per la viabilità di accesso, ha concesso di edificare un condominio dove i piani regolatori individuavano una nuova strada per uscire su viale Oroboni.
Il nodo dell'accesso è uno dei tanti da sciogliere per il futuro dell'ex Silvestri: le vie Fuà Fusinato e Gattinara non possono fare da collegamento con le funzioni che nel progetto degli studenti del Bernini, l'ex caserma sarebbe chiamata a svolgere dopo gli interventi di recupero. E così per il futuro dell'area gli studenti hanno tentato di trovare uno spiraglio tra i condomini esistenti per aprire la strada, letteralmente, alle idee proposte. Sono state esposte nella relazione del professor Angelo Milan e sono puntuali nel considerare la trasformazione che l'area ha avuto nei secoli passando da campagna a Prà della fiera, giardino pubblico e poi a caserma nel 1889: ne rispettano, così, il valore storico nel contesto urbano.
LA PROPOSTA
La superficie è estesa 32.098 metri quadri, coperta per circa 7.350 metri quadri da 14 immobili. Il recupero ripropone i tre percorsi di accesso che confluiscono nell'ingresso del corpo di fabbrica originario, così come i vialetti alberati un tempo presenti, e chiede la conservazione delle attuali piante. Spariscono le piccole edificazioni, alla pari del campo da tennis, per ripristinare a parco pubblico l'area antistante il volume principale dell'ex caserma: questo, vincolato dalla Soprintendenza, potrebbe contenere gli archivi storici degli enti locali e ospitare una scuola per la loro conservazione e digitalizzazione. Il cortile retrostante al corpo di fabbrica principale diventa, nel progetto degli studenti, la nuova piazza della cultura e dello sport: può accogliere associazioni, scuole e residenti sviluppando qualsiasi iniziativa che abbia a tema sport, arte, cinema, teatro, danza, musica e pittura. La stessa piazza si candida ad accogliere settimanalmente i prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato locale, che potrebbe pure occupare con botteghe artigianali i vicini edifici, una volta recuperati. Le porzioni di fabbricato che chiudono a nord e a est la piazza retrostante al corpo principale, così come i due fabbricati sul lato sud, visto che concorrono alla formazione del cortile, potrebbero essere valorizzati con l'inserimento di funzioni culturali, sportive e di protezione civile, oltre che con botteghe di manutenzione mobili e piccoli elettrodomestici, un calzolaio, una sartoria e un meccanico di biciclette.
Nell'area scoperta retrostante alla piazza della cultura e dello sport, ora parzialmente occupata da tettoie per automezzi e carburanti, sarebbero realizzati un parcheggio pubblico con 250 posti auto per le esigenze del centro storico, e una palestra energeticamente autosufficiente, da 250 posti a sedere. Sulla Palazzina comando, invece, nonostante sia in discreto stato, gli studenti aprono il dibattito per l'eventuale demolizione, perché è in contrasto con le preesistenze dell'impianto del Giardino napoleonico.
Nicola Astolfi
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