Mascherine taroccate dalla Cina, due denunciati

Sabato 6 Giugno 2020
Mascherine taroccate dalla Cina, due denunciati
L'INDAGINE
ROVIGO Dalla Cina a Rovigo e poi fino a Firenze, Roma e Verona. Questo il percorso di oltre 620mila mascherine e 1.320 dispositivi di protezione individuale di diversa tipologia, tutti con false o irregolari certificazioni di conformità europea, con il relativo marchio CE taroccato o con attestazioni di conformità comunque inidonee a garantirne le caratteristiche tecniche o di sicurezza previste dalla legge, per un valore complessivo di 1 milione e 100mila euro, che sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Firenze con una maxi-operazione che l'ha portata fino in Polesine. È qui che, infatti, ha sede l'azienda che ha importato dalla Cina e distribuito i Dpi non conformi alle normative di tutela dei consumatori, i cui due responsabili sono stati denunciati per frode nell'esercizio del commercio, reato punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a 2.065 euro. Come spiegano le Fiamme gialle fiorentine, «le protezioni respiratorie, se immesse in commercio, sarebbero state spacciate come dispositivi medici di tipo chirurgico, ingannando il consumatore finale in merito alle loro effettive capacità di filtraggio, con conseguenze sulla valenza della loro affidabilità».
GUARDIA DI FINANZA
Le indagini, coordinate dalla Procura del capoluogo toscano e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze, hanno accertato che le mascherine che erano state importate dalla Cina e che erano state distribuite dall'azienda con sede in Polesine avevano il marchio CE contraffatto. Non si tratta della prima operazione di questo tipo che interessa il Polesine. Il mese scorso la Guardia di Finanza di Rovigo, ha sequestrato 900 mascherine e denunciato il titolare di un supermercato cittadino per frode in commercio. Non un episodio isolato, perché già in altre tre occasioni le Fiamme gialle polesane erano intervenute per sequestrare mascherine non conformi alle norme. Il primo sequestro, di 198 mascherine, è avvenuto a febbraio, con un blitz a Badia e dintorni, il secondo, invece, con la scoperta di oltre 2mila dispositivi, ad Adria a marzo, il terzo, infine, per 300 mascherine, ad aprile, a un ferramenta di Rovigo. E a Rovigo si trova anche il supermercato oggetto dell'ultimo blitz. «A seguito di una segnalazione al numero di pubblica utilità 117 aveva spiegato la Finanza in una nota -, che riferiva la vendita a prezzi difformi da quelli imposti dall'ordinanza emanata dal Commissario straordinario per l'emergenza Covid, è stato eseguito un controllo presso il punto vendita di un supermercato cittadino dove si appurava che in realtà le modalità di vendita e le forme di pubblicità utilizzate risultavano ingannevoli in quanto le mascherine, pubblicizzate come chirurgiche, in realtà non lo erano. Il consumatore deve essere messo perfettamente a conoscenza di quale siano gli standard di produzione e di protezione dei Dpi acquistati. La Guardia di Finanza si pone come presidio di legalità per la tutela del mercato, della concorrenza e dei consumatori, soprattutto quelli più deboli, che spesso risultano indifesi davanti a imprenditori con pochi scrupoli».
Ma le mascherine non sono l'unico oggetto dei controlli dei finanzieri, che in altre due operazioni hanno denunciato per frode in commercio due negozianti, uno sempre a Rovigo e uno in Basso Polesine, per aver messo in vendita il tanto ricercato gel per il lavaggio delle mani, classificato come sanizzante, mentre tale non era. In tutto sono state sequestrati 347 confezioni di gel.
F.Cam.
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