«Il lavoro non è merce, ma dignità» La preghiera del vescovo alla Tmb

Venerdì 27 Aprile 2018
VEGLIA DI PREGHIERA
ROVIGO «C'è bisogno di lavoro, di lavoro sicuro, che dia prospettive e garantisca la sicurezza a chi lavora». Le parole di un operaio della Tmb, Mauro Brancalion, hanno aperto ieri sera la veglia di preghiera per il lavoro che il reparto attrezzeria dell'ex Grimeca di Ceregnano ha ospitato per custodire il mondo del lavoro e le persone che lo vivono.
Il tradizionale appuntamento diocesano in preparazione al Primo Maggio ha riunito nei locali messi a disposizione dalla Tmb oltre duecento persone, insieme alle corali di Villadose, Ceregnano e Lama-Pezzoli. Il vescovo Pierantonio Pavanello ha officiato la cerimonia alla quale hanno partecipato insieme a lavoratori e proprietà dell'azienda, le autorità che il sindaco Ivan Dall'Ara ha rappresentato nei saluti iniziali. Con loro le organizzazioni sindacali e Gian Michele Gambato e Massimo Barbin per Confindustria.
LA CURA DELLE PERSONE
Scoprire i volti delle persone, questo il titolo della veglia di preghiera, ha vissuto tre momenti: Custodire la terra, Aver cura delle persone e Vivere la festa. È stato ricordato l'esempio di Alberto Marvelli: morì a soli 28 anni nel 1946 ed è stato beatificato nel 2004 a Loreto come l'ingegnere della carità. L'emozione suscitata nei momenti dalla serata s'è sentita anche nelle parole di Massimo Betto, amministratore delegato di Tmb Spa: «Le parole si fermano in gola. Sono salesiano di origine, come mio fratello, e siamo qui per dare il buon esempio. La nostra azienda è un punto di riferimento per la comunità e mai avrei immaginato di arrivare, un giorno, a questo traguardo». «La famiglia Betto e i lavoratori della Tmb fanno di Ceregnano un polo di eccellenza internazionale», aveva detto poco prima il sindaco Dall'Ara. Mauro Brancalion, già operaio della Grimeca e delegato sindacale, ha raccontato anche le difficoltà passate: «Per me è emblematico essere qui. La Grimeca è un'azienda che c'ha fatto soffrire parecchio. Abbiamo lottato per tenerla in piedi, perché se fosse caduta non si sarebbe più rialzata». E insieme ai sacrifici, Brancalion non ha dimenticato la vicinanza della Diocesi, né che alla Tmb passarono meno della metà degli occupati precedenti, e che oggi, comunque, «la tenacia dei fratelli Betto e i lavoratori» permettono di vivere in un'oasi felice, rispetto «alla mancanza di lavoro che fa soffrire i giovani e i meno giovani».
L'IMPORTANZA DELLA SICUREZZA
«La Tmb sta andando bene - ha aggiunto Brancalion -, è attenta alla sicurezza e mette al centro i lavoratori». Il richiamo alla sicurezza sul luogo di lavoro è proseguito nelle parole successive: «A poche decine di metri da dove ci troviamo, nel febbraio dell'anno scorso morì un ragazzo di 19 anni. C'è bisogno di lavoro, ma di un lavoro sicuro, che dia prospettive e sicurezza». Nell'omelia, il vescovo Pierantonio Pavanello ha ammonito: «Il lavoro non può essere visto come merce, né solo come strumento per poter consumare. La dignità del lavoro è la grande sfida per il futuro della nostra società». Se i lavoratori non sono al centro «ne va della tenuta sociale», e si producono «scarti ed emarginati: non è solo il caso di chi non ha lavoro, ma anche di chi ne ha uno precario o saltuario, ed è costretto a vivere in condizioni di povertà». Per questo, secondo il vescovo «è urgente attivare la sussidiarietà circolare, cioè forme di solidarietà dove impresa, società civile e politica fanno convergere i loro sforzi per creare lavoro. La Tmb ha rimesso in moto il processo di sviluppo del territorio e questo, come altri esempi in Polesine, ci può dare speranze». Da monsignor Pavanello è arrivato l'auspicio che «anche la crisi politica in corso, dopo l'esito delle elezioni, trovi una soluzione per risolvere i problemi del paese». Tre sono le priorità: «Rimuovere gli ostacoli per chi il lavoro lo crea. Avere istituzioni formative all'altezza delle sfide. Creare una rete per proteggere i soggetti più deboli».
Nicola Astolfi
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