Consvipo verso la chiusura: verdetto tra due settimane

Giovedì 5 Dicembre 2019
Consvipo verso la chiusura: verdetto tra due settimane
ENTI PUBBLICI
ROVIGO Tra un paio di settimane si saprà quale sarà il futuro del Consvipo. Ormai le correnti di pensiero tra i soci sono due: quella del sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, che spinge per il mantenimento e il suo sviluppo, e quella di Italia Viva (e non solo), rappresentata dai sindaci di Polesella e San Martino di Venezze Leonardo Raito e Vinicio Piasentini, che ne hanno ormai decretato il decesso.
IL PROBLEMA
A Palazzo Celio si è svolta l'assemblea dei sindaci-soci del Consorzio guidato dal dimissionario Guido Pizzamano. Sul tavolo c'era la questione che si insegue da mesi su cosa effettivamente farne, vista la situazione economica e politica venutasi a creare con il debito della Provincia nei confronti dell'ente consortile. Palazzo Celio deve a Consvipo le annualità 2017 e 2018, pari a 530mila euro, oltre a quella 2019 di 230mila euro circa.
Una cifra enorme per le gracili casse dell'amministrazione di Ivan Dall'Ara, che si sarebbe estinta se nei mesi passati fosse andata in porto la permuta nella quale era prevista la cessione di un'immobile di sua proprietà al Consvipo per chiudere la partita e soprattutto interrompere l'arbitrato avviato l'anno prima.
Nulla di tutto questo è avvenuto, la Provincia non sa più cosa fare e il lodo andrà avanti. Dall'Ara, quindi, ha convocato l'assemblea per decidere una volta per tutte cosa fare.
LE POSIZIONI
All'appuntamento hanno preso parte una quarantina di sindaci, tra cui Gaffeo, che sin dal suo insediamento a Palazzo Nodari ha rimarcato l'importanza di uno strumento operativo come il Consvipo, con poteri che allo stato attuale non sarebbe possibile affidare ad alcun nuovo organo.
La sua proposta è quella di assumersi una parte delle quote che la Provincia vorrebbe cedere, intenzionata a passare dal 45 al 10 per cento (in tal modo la quota annuale ammonterebbe a solo 5 mila euro), ma Rovigo assicura una spesa massima fino a 100mila euro: «Bisognerebbe che il Consvipo diventasse uno strumento snello per intercettare fonti finanziamento, soprattutto di tipo europeo - spiega il primo cittadino del capoluogo - ovviamente c'è il tema importante delle quote della Provincia che devono essere distribuite e quanti Comuni vogliano mettere in campo più risorse. Noi possiamo arrivare fino 100mila il che vorrebbe dire raddoppiare la quota e questo vorrebbe dire averne poi il controllo».
A fargli da contraltare sono Raito e Piasentini, con quest'ultimo che spiega: «La Provincia ha oltre 700mila euro di debito: o vince il lodo, esce dal Consvipo e rimane un problema (per la ridistribuzione delle quote, ndr). O perde, deve pagare e dopo cosa fa? Resta dentro ancora? Gaffeo vuole un organo per lo sviluppo della sua città, ma cosa ci facciamo dentro noi di San Martino?».
SCONTRO POLITICO
Il problema che pare emergere è che in ballo ci sia un discorso di potere, visto che la preoccupazione di alcuni sindaci è che in questo modo possa nascere una sorta di egemonia di Rovigo e venga così a mancare al Consvipo quella caratteristica di sussidiarietà con cui era nato negli anni 60, ovvero di dare un aiuto ai Comuni più piccoli. La Provincia aveva la maggioranza delle quote per potere rappresentare e dare peso a quelle amministrazioni che da sole sarebbero rimaste inascoltate, con il capoluogo al vertice il sentore è che venga a mancare questo principio cardine.
A trarre le somme dell'incontro, alla fine, è Dall'Ara, scettico sulla proposta di Gaffeo: «Tra il 16 e il 20 dicembre riconvocherò l'assemblea e porterò l'ipotesi della liquidazione, per capire cosa vogliano decidere i soci».
Alberto Lucchin
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