Coimpo, la Provincia chiede i danni

Lunedì 28 Gennaio 2019
Coimpo, la Provincia chiede i danni
ADRIA
La Provincia di Rovigo si costituirà parte civile avanti al Tribunale di Venezia nel processo Coimpo - Agribiofert.
L'ente di Palazzo Celio, infatti, è risoluto a chiedere i danni su questa vicenda, e ha deciso di presenziare all'udienza preliminare dell'11 febbraio nel processo che si aprirà nella città lagunare nei confronti di 33 imputati che, a vario titolo, saranno chiamati a rispondere per le attività messe in atto all'interno e all'esterno dell'azienda di trattamento fanghi di località America di Ca'Emo di Adria.
I REATI
I reati contestati loro, per i quali la Direzione distrettuale antimafia di Venezia, sulla base delle indagini dei carabinieri forestali di Rovigo, ha chiesto il rinvio a giudizio, riguardano in primo luogo il fatto che si sarebbero associati tra loro con l'intento di commettere più delitti e specificatamente il traffico illecito di rifiuti.
Sono inoltre accusati di aver falsificato certificati, registri e comunicazioni al fine di trarre un ingiusto profitto. Sono poi chiamati a rispondere di aver gestito, ricevuto, ceduto e trasportato in concorso morale e materiale fra loro, nonché abusivamente, ingentissime quantità di rifiuti speciali non pericolosi, ovvero fanghi civili ed agroindustriali e altri rifiuti speciali che non sarebbero stati sottoposti alle regolari e corrette procedure di recupero per la formazione di fertilizzante e di fango stabilizzato da distribuire in campagna, con successivo illecito smaltimento su suolo agricolo. A difendere gli interessi della Provincia sarà l'avvocato Eliana Vargara legale interno di via Ricchieri.
MAXI INCHIESTA
Al centro di tutto, la maxi inchiesta sull'attività di Coimpo e Agribiobert. Secondo le ipotesi degli inquirenti, i vertici delle due aziende di Ca' Emo avrebbero saltato alcune fasi dei trattamenti e delle lavorazioni dei fanghi previsti dalla legge allo scopo di massimizzare il quantitativo dei prodotti della depurazione e simili da smaltire.
L'accusa contesta loro di aver agito in questo modo per aumentare il loro guadagno. Secondo le indagini inoltre sui terreni sarebbero finiti anche composti e materiali inquinanti e potenzialmente pericolosi per l'uomo. Ipotesi questa da sempre contestata dai vertici Coimpo e Agribiofert. Sei persone ricordiamo erano finite nel dicembre del 2017 alle misure cautelari. Quattro di queste hanno già patteggiato la pena. Per altre due, invece, è in corso un dibattimento, a Rovigo nell'ambito del filone polesano dell'inchiesta.
Guido Fraccon
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci