ADRIA
Adria chiede scusa a Giulia Lazzari, la ragazza 23enne, strangolata dal

Mercoledì 23 Ottobre 2019
ADRIA
Adria chiede scusa a Giulia Lazzari, la ragazza 23enne, strangolata dal marito, il 28enne Roberto Lo Coco, e madre di una bimba di 4 anni. La comunità adriese lo ha fatto durante il consiglio comunale monotematico sulla violenza di genere. Lo ha fatto raccogliendo le scuse formulate da Antonella Bertoli, presidente commissione provinciale Pari opportunità. Da brividi l'intervento di Bertoli. «Cara Giulia - ha detto - io mi rivolgo a te per prima cosa, anche se non so se ci sei e potrai ascoltarmi. Non ti conoscevo, ma ti parlo a nome di tutti gli uomini e tutte le donne che credono sia possibile cambiare qualcosa. Lo faccio chiedendoti scusa per ciò che avrebbe potuto essere fatto per evitare il tuo assassinio e non è stato messo in atto, lasciandoti sola a pagare con la vita. Lo faccio in nome di questo Stato che promette da sempre e non mantiene mai». Le uniche a pagare secondo Bertoli sono state Giulia e la sua bambina. «Una bambina - ha spiegato - che rimane da sola, incapace di rendersi conto del perché la sua mamma non c'è più. Lo faccio vergognandomi del fatto che la tua è stata una morte annunciata. In tanti sapevano e non hanno fatto niente. In tanti sapevano che vivevi in un ambiente a rischio e che le botte arrivavano da tempo. Forse anche tu ti vergognavi come succede a tante donne, a tante di noi, di aver scelto un uomo sbagliato, un amore che non era più amore. Non avevi il coraggio di lasciarlo e venire via. Io ti chiedo scusa. Se sei morta non è colpa tua ma è colpa anche di tutti noi».
AUTO-ACCUSA
Colpa di una mentalità che costruisce e alimenta una cultura maschilista secondo Bertoli, di una cultura che vede la donna come un cosa, un oggetto o una funzione, ma mai o quasi mai, soprattutto in ambienti di povertà culturale, morale e sociale, come persona dotata di autonomia. «Chi ti ha assassinato - ha puntualizzato - non è un folle, ma il frutto di un processo sociale, del rifiuto di accettare che il maschilismo esiste. Si nega che il maschilismo esista e si continua ad affermare che le morti siano frutto di raptus». Cambiare la cultura il monito di Bertoli: «I soli paesi - ha concluso puntando il dito contro i tagli dei fondi ai centri antiviolenza e invitando le Amministrazioni ad agire veramente per cercare di arginare il problema - in cui non si insegna la cultura di genere e l'educazione sentimentale sono Italia e Grecia».
LA POESIA
Ha dedicato a Giulia una poesia di Alda Merini invece Maria Grazia Avezzù, presidente del comitato di pilotaggio del Centro antiviolenza del Polesine, ricordando l'inaugurazione della panchina arancione di piazza Bocchi. «La poesia - ha spiegato - è un omaggio a Giulia e alle donne. Un omaggio dovuto in questa serata, memoria di tante tragedie». «Bisogna sensibilizzare la popolazione al problema e far conoscere i segnali - ha sottolineato invece l'assessore alle Pari opportunità di Rovigo Erika Alberghini - e si deve far conoscere il tema alle Amministrazioni e i servizi preposti con azioni di prevenzione e tavoli di confronto. Ricordo che anche la violenza psicologica è una violenza: si trasforma poi in violenza fisica. Stiamo già organizzando dei tavoli di incontri con i Comuni del Basso Polesine per uno sforzo conoscitivo sui servizi». «Servono risposte non precarie e transitorie da parte delle Amministrazioni comunali - ha ribadito Roberta Cusin, presidente del comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli avvocati - e serve un cambiamento culturale». Al termine un mazzo di rose rosse è stato deposto sotto il portico del teatro comunale in onore di Giulia.
Guido Fraccon
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