Tre espulsioni in dieci mesi, islamici dall'alta pericolosità

Giovedì 5 Gennaio 2017
Tre espulsioni in dieci mesi, islamici dall'alta pericolosità
In dieci mesi, dall'ottobre del 2015 all'agosto del 2016, sono stati espulsi dal Padovano tre integralisti islamici legati a filo diretto con il mondo dei terroristi. Il primo, nell'ottobre di due anni fa, è stato il falso imam sunnita Mohamed D. di 37 anni, che è stato rintracciato dalla Digos in provincia di Modena e rimpatriato coattamente in Marocco. A Padova aveva promosso la confederazione dei centri di preghiera islamici sostenuta dal governo marocchino, nonostante non avesse alcun permesso di soggiorno. Era arrivato a Lampedusa nel 2007.
Ma l'espulsione più importante in termini di sicurezza è avvenuta il 29 dicembre del 2015, quando i carabinieri del Ros hanno rimpatriato l'operaio marocchino di 37 anni Adil Bamaarouf, allora residente a Monselice in via Moraro 21 insieme al fratello. Ed è stato proprio il fratello maggiore Fouad a denunciarlo, quando si è accorto del suo atteggiamento integralista. Adil nel 2013, per questi suoi comportamenti molto vicini all'Isis, era stato allontanato anche dalla comunità musulmana di Monselice. Quando Adil ha saputo di essere stato segnalato dal fratello ai carabinieri, si è sbarazzato del computer e dei telefoni cellulari simulandone il furto con una dettagliata denuncia. Ma nel frattempo gli uomini del Ros si erano messi alla ricerca di riscontri. Avevano iniziato ad intercettare le conversazioni in arabo. Ed erano riusciti a raccogliere alcune frasi farneticanti pronunciate in casa, in compagnia del fratello, oppure al bar, assieme a connazionali. Adil si sentiva offeso e oppresso come musulmano per le iniziative contro gli appartenenti alla sua religione da parte di cristiani e ebrei. Ce l'aveva sia con l'Unione europea che con gli Stati Uniti per le azioni di contrasto all'Isis ed era intenzionato a vendicare il mondo arabo facendo esplodere la città di Roma «luogo da dove deve iniziare l'Islam».
L'ultima espulsione per pericolosità sociale è dell'agosto dell'anno scorso, ai danni del tunisino di 22 anni Bargaoui Marouene. Spacciatore e rapinatore, in un paio di occasioni si era denudato in Prato della Valle correndo tra la gente all'urlo di Allah Akbar.
All'elenco va aggiunto il marocchino di 45 anni indagato per il reato di associazione terroristica dalla Digos nel febbraio 2016. Era stato a Parigi una settimana dopo l'attentato al Bataclan e a Padova lanciava messaggi che richiamavano il jihad. Nel suo alloggio al quartiere Palestro sequestrati due pc e alcune chiavette usb. Conservava testi che sono le pietre miliari del salafismo.

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