SICUREZZA
PORDENONE Il ricordo, anche se da quel tragico 12 dicembre del 1987

Giovedì 13 Dicembre 2018
SICUREZZA
PORDENONE Il ricordo, anche se da quel tragico 12 dicembre del 1987 sono trascorsi 31 anni, è vivo più che mai. Ieri mattina a Cusano di Zoppola, alla presenza del capo della polizia, Franco Gabrielli, è stata inaugurata la stele commemorativa - con tanto di intitolazione della piazzetta - in memoria degli assistenti capo della polizia di stato Edy Bertolini e Giuliano Santo. A margine della cerimonia, alla quale hanno partecipato tra gli altri il sindaco Francesca Papais, il questore Marco Odorisio e il prefetto Maria Rosaria Maiorino oltre al vescovo Giuseppe Pellegrini per la benedizione, con Gabrielli si è discusso di un tema particolarmente sentito a Pordenone: la sicurezza e la mancanza (ormai cronica) di un sufficiente numero di agenti. «Negli anni ha fatto presente lo stesso capo della polizia è sempre passato il messaggio secondo il quale in Italia ci fosse abbondanza di uomini in divisa. Adesso ci vuole tempo: per fare un danno ci vuole poco, per recuperarlo ci vuole un po' di tempo. Nelle ultime due leggi di bilancio c'è l'impegno dell'attuale ministro dell'Interno a mitigare la situazione; in particolare nell'ultimo documento finanziario ci sarà un'ulteriore e significativa dimostrazione di attenzione verso questo tema. Per cui ci sarà spazio per nuove assunzioni straordinarie, però, siccome i poliziotti e le poliziotte non si fanno in 30 secondi e con le fotocopiatrici 3D, è logico che oggi noi paghiamo le scelte poco felici che qualche anno fa ci hanno consegnato il blocco del turnover».
I RINFORZI
Gabrielli non lo dice apertamente e pubblicamente ma la volontà per il futuro sarebbe proprio quella di rafforzare ulteriormente la Questura di Pordenone che, almeno per quanto riguarda le ultime assegnazioni di personale, risulta essere tra le più penalizzate. Secondo Gabrielli, negli anni, «è mutato l'atteggiamento nei confronti delle nostre forze dell'ordine. Oggi assistiamo, con piacere, che queste sono tra le istituzioni più credibili del Paese. Il tema, molto spesso, non è tanto quello di non avere uomini in divisa ma quello di averli: risorse indispensabili. E questo credo sia essenzialmente merito non solo della crescita culturale ma di chi, come Edy e Giuliano, hanno dimostrato l'importanza del ruolo e del rischio di chi veste la divisa. Questo non fa altro che accrescere la cultura di appartenenza delle forze dell'ordine alle singole comunità».
IL RICORDO
Il riferimento a Bertolini e a Santo è esplicito. I due assistenti capo della polizia che il 12 dicembre di 31 anni fa, durante il turno di servizio, vennero inviati dalla sala operativa proprio a Cusano di Zoppola per una rapina in un supermercato. Poco prima di giungere sul luogo del segnalato intervento, la loro autovettura si scontrò con un pullman proveniente dal senso opposto di marcia. Nell'incidente l'auto di servizio venne trascinata per una decina di metri per finire all'interno di un fossato laterale lungo la ss13: nessuno dei due riuscì a sopravvivere. Da qui l'idea, per non dimenticare, di realizzare in loco una teca commemorativa con l'intitolazione della piazzetta e dedicazione dell'attigua rotatoria ai due poliziotti morti. L' opera commemorativa è stata realizzata dallo scultore sacilese Alberto Pasqual. La scultura prevede anche l'illuminazione al suo interno, tale da renderla visibile anche di notte. «La doppia stele con l'intitolazione della piazzetta e la dedicazione della rotatoria - le parole del questore Odorisio - rappresenta il giusto tributo alla memoria dei due colleghi come fondante elemento identitario e di appartenenza alla polizia di stato, oltre che ancor più giusto e dovuto riconoscimento per i familiari sopravvissuti».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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