Seggiolini salva bebè, via libera in Senato È caccia ai fondi per le agevolazioni fiscali

Mercoledì 26 Settembre 2018
Seggiolini salva bebè, via libera in Senato È caccia ai fondi per le agevolazioni fiscali
LA NORMA
Un iter rapidissimo e un via libera all'unanimità. Cambia il codice della strada, arriva l'obbligo di utilizzare dispositivi anti abbandono sui seggiolini in auto per bambini fino ai quattro anni di età. Il cosiddetto salva bebè è stato approvato ieri dal Senato in via definitiva con 261 sì. Resta però il nodo degli stanziamenti da trovare per agevolare le famiglie, anche se il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, promette: «Nella legge di bilancio stanzieremo le risorse necessarie a prevedere un credito d'imposta che aiuti economicamente nell'acquisto di questi dispositivi».
IL FINE
Con l'accordo di tutti i gruppi, dunque, è stata varata una normativa che punta a evitare quei drammatici casi di cronaca, 7 in Italia dal 2011, di genitori che dimenticano involontariamente i figli in auto, causandone la morte. Gli esperti la chiamano amnesia dissociativa. Il testo, presentato dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni (ma in cui sono confluite altre proposte analoghe) modifica l'articolo 172 del codice della strada. L'entrata in vigore dell'obbligo è fissata per il primo luglio del 2019.
Nel frattempo il ministero dovrà emanare, entro sessanta giorni, un decreto attuativo in cui saranno precisate le caratteristiche tecniche del dispositivo. Da quel momento in poi, dunque, quando si trasporterà un bambino di età inferiore ai quattro anni sarà obbligatorio disporre di un sistema di allarme che ne impedisca l'abbandono. La normativa non riguarda soltanto le auto ma anche gli autobus, i pullman fino a nove posti e tutti gli autocarri fino alla massima portata, immatricolati in Italia o all'estero, e condotti da residenti in Italia. La violazione viene punita con una multa da 81 a 326 euro e se nell'arco di due anni ci si dovesse ricascare, il rischio è la sospensione della patente da quindici giorni a due mesi. Saranno inoltre avviate campagne di informazione e sensibilizzazione, per le quali saranno messi a disposizione 80mila euro l'anno per ciascun anno dal 2019 al 2021.
AGEVOLAZIONI
Le vere risorse, quelle che il governo si è impegnato a reperire nella manovra, sono però quelle di cui si parla all'articolo 3 della legge, ovvero quelle necessarie alle agevolazioni fiscali che, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato, dovranno essere limitate nel tempo. La legge ha avuto il via libera della Camera lo scorso 7 agosto senza dover neanche passare dall'Aula, attraverso l'iter rapido della commissione in sede deliberante. Altrettanto veloce il passaggio in Senato, dove le opposizioni hanno deciso di ritirare le richieste di modifica presentate proprio per agevolare un via libera fulmineo. Giorgia Meloni si intesta il via libera. «Di tutte le cose che ho fatto, e nella mia vita politica di cose ne ho fatte, è forse la più importante. Se salverà anche solo un bambino, sarà valso tutto l'impegno politico alle spalle. Ne valeva la pena».
La leader sovranista sottolinea poi che «siamo la prima nazione a legiferare su un dramma simile e speriamo di poter essere un esempio anche per gli altri», «ora ci aspettiamo e chiediamo che nella manovra finanziaria ci siano gli incentivi per aiutare le famiglie». Il M5s, tuttavia, non intende lasciare la scena a Fratelli d'Italia, e rimarca i meriti del suo ministro. «Grazie al Parlamento per questo gesto di alto senso civico, che fa diventare realtà uno dei primi impegni che ho assunto da quando lavoro in questo dicastero», commenta Toninelli.
Barbara Acquaviti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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