Romano Prodi
Negli ultimi mesi gli aumenti dei prezzi nei mercati mondiali sono stati forti e diffusi. In conseguenza della ripresa cinese e nella prospettiva di un vigoroso risveglio dell'economia americana, sono cresciute le quotazioni delle materie prime, del petrolio, del rame, dell'acciaio, del legname e di tante altre. Il buon andamento del commercio internazionale, a dispetto delle sanzioni e delle tensioni politiche, ha contemporaneamente portato alle stelle il costo dei trasporti, arrivando perfino a moltiplicare per sei volte il listino dei noli marittimi.
Sono inoltre schizzati verso l'alto i prezzi di prodotti più sofisticati, come ad esempio i semiconduttori, la richiesta dei quali è stata spinta non solo dalla ripresa economica, ma dalle nuove preferenze dei consumatori, come nel caso dell'auto elettrica, e da un aumento della domanda dovuta al lockdown, come nel caso dei televisori e degli elettrodomestici.
Questi eventi, almeno in parte imprevisti, hanno provocato vere e proprie interruzioni delle catene produttive e, di conseguenza, fenomeni di scarsità, che si sono trasformati in ulteriori tensioni nei mercati.
Nonostante tutto questo, almeno fino a una settimana fa, prevaleva quasi incontrastata, tra i maggiori esperti e i responsabili delle politiche economiche e finanziarie, la tesi che non vi fosse alcun pericolo di inflazione. (...)
Continua a pagina 23
© RIPRODUZIONE RISERVATA Negli ultimi mesi gli aumenti dei prezzi nei mercati mondiali sono stati forti e diffusi. In conseguenza della ripresa cinese e nella prospettiva di un vigoroso risveglio dell'economia americana, sono cresciute le quotazioni delle materie prime, del petrolio, del rame, dell'acciaio, del legname e di tante altre. Il buon andamento del commercio internazionale, a dispetto delle sanzioni e delle tensioni politiche, ha contemporaneamente portato alle stelle il costo dei trasporti, arrivando perfino a moltiplicare per sei volte il listino dei noli marittimi.
Sono inoltre schizzati verso l'alto i prezzi di prodotti più sofisticati, come ad esempio i semiconduttori, la richiesta dei quali è stata spinta non solo dalla ripresa economica, ma dalle nuove preferenze dei consumatori, come nel caso dell'auto elettrica, e da un aumento della domanda dovuta al lockdown, come nel caso dei televisori e degli elettrodomestici.
Questi eventi, almeno in parte imprevisti, hanno provocato vere e proprie interruzioni delle catene produttive e, di conseguenza, fenomeni di scarsità, che si sono trasformati in ulteriori tensioni nei mercati.
Nonostante tutto questo, almeno fino a una settimana fa, prevaleva quasi incontrastata, tra i maggiori esperti e i responsabili delle politiche economiche e finanziarie, la tesi che non vi fosse alcun pericolo di inflazione. (...)
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