LA SVOLTA
VENEZIA Sono le 23.30, ormai è certo che il referendum sull'autonomia

Lunedì 23 Ottobre 2017
LA SVOLTA
VENEZIA Sono le 23.30, ormai è certo che il referendum sull'autonomia ha superato il quorum, e il governatore del Veneto Luca Zaia finalmente entra nel salone del piano nobile di Palazzo Balbi. Ad accoglierlo un lungo applauso. Lo aspettano da ore non solo i giornalisti, pure i consiglieri regionali e gli assessori. La soglia che attesta la validità della consultazione referendaria è stata superata, i dati di 202 Comuni su 575 dicono che il 59,7 per cento dei veneti è andato a votare. «Abbiamo passato il quorum - dice Zaia - questo è il big bang delle riforme istituzionali. È stata una chiamata di popolo trasversale ai partiti. E non hanno vinto i partiti, hanno vinto i veneti. La stagione delle riforme diventerà endemica, non vogliamo dichiarare guerra a Roma, ma chiederemo tutte le 23 competenze e i 9 decimi delle tasse». Zaia ha detto che questa mattina riunirà la giunta per approvare il provvedimento da portare in consiglio.
SODDISFAZIONE
Zaia era stato chiaro: «Se va a votare il 50 per cento o il 51 o il 52, la pratica dell'autonomia la chiudo io», aveva detto in piena campagna referendaria. Il risultato l'ha soddisfatto: «Sì, un bel risultato, vuol dire che qualcuno si è rotto le scatole». Ribadisce che chiederà tutte le materie previste dall'articolo 116 e dal 117 della Costituzione, 23 competenze in tutto, ma non per avere le stesse risorse erogate oggi dallo Stato: «Non sarà una partita di giro, vogliamo i 9 decimi delle tasse». Domani a Venezia arriverà il premier Gentiloni, ma Zaia non ne approfitterà per annunciare la richiesta di autonomia: «Deve essere una visita privata perché noi non abbiamo avuto alcuna comunicazione da Palazzo Chigi. E comunque non rincorro strette di mano o foto che alla fine non servono a niente: quando avremo il testo approvato dal consiglio regionale lo presenteremo al Governo».
GLI SCONFITTI
Gli domandano cosa risponde al segretario veneto del Pd Alessandro Bisato («Ora Zaia non ha più scuse») e il governatore ne approfitta per dare una stoccata ai tanti che hanno contestato, criticato, sminuito il referendum: «Noi lasciamo l'onore delle armi a tutti coloro che hanno perduto clamorosamente questa battaglia invocando il no e il ni. Che qualcuno oggi parli, grida vendetta».
L'ATTESA
E pensare che nel pomeriggio il governatore era infuriato. Colpa di una serie di post su Facebook di consiglieri regionali esultanti per l'affluenza di Treviso e del Veneto in genere, sulla base dei primi parziali risultati delle ore 19. Anche il segretario della Lega Matteo Salvini aveva scritto un grande sì: «In Veneto superato il 50% dei votanti». Pure gli alleati avevano esultato: il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta e il commissario veneto Adriano Paroli avevano addirittura preso per definitivo il risultato parziale del 51,9 per cento delle ore 19, diffuso da alcune agenzie di stampa, quando in realtà era il 50,1, per esprimere «grande soddisfazione». Ma era con i suoi che il governatore se l'era presa: lanciare messaggi del genere sui social significava tranquillizzare la gente, indurre quelli che ancora non avevano votato a non andare ai seggi. È così che da Zaia è partito il rimprovero.
LA SGRIDATA
Nella chat su Whatsapp dei consiglieri regionali della Lega, alle 19.30, è piombato improvvisamente un messaggio audio di Zaia: «Scusate, vi chiedo vivamente un favore. Non fate messaggi, non fate post col superamento del quorum. Perché chi è a casa dice bon, ce l'hanno fatta. E noi vorremmo passare oltre il 50 per cento, magari andare al 55, 60, 70, 80, 100 per cento. Non fate post col superamento del quorum! Per cortesia togliete quei post e invece invitate ad andare a votare perché ci sono ancora molti Comuni che non hanno percentuale per cui bisogna che crescano tanto quelli che superano il 50 per recuperare quelli che non crescono. Per favore non annunciate quorum fino alle ore 23. Grazie». E d'incanto i post su Facebook dei consiglieri leghisti sono spariti.
L'ITER
Con l'approvazione della proposta di legge oggi da parte della giunta inizierà ufficialmente l'iter per la richiesta di maggiore autonomia. Il testo dovrà poi passare all'esame delle commissioni e, sessione di bilancio permettendo, in consiglio. A quel punto inizierà la trattativa con Roma.
Alda Vanzan
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