Volley, arbitri stressati: svengono in campo

Venerdì 23 Febbraio 2018
TROPPO STRESS
PORDENONE Malori in campo mentre arbitrano. I casi nel Friuli Occidentale di arbitri di volley svenuti durante la partita sono stati quattro o cinque. Non tanti, ma comunque sufficienti per accendere un riflettore anche se in Federazione minimizzano. Sottoposti allo stress di dover dirigere una partita e forse ancora giovani e insicuri nel giro di un paio di mesi a farne le spese è stato più di qualche fischietto. Una situazione che ha fatto alzare il livello di allarme.
IL DIRIGENTE
Per Aldino Zanotti, delegato provinciale della Fipav Pordenone, non c'è nulla di preoccupante ma della questione se ne parlerà il 28 febbraio nel corso della riunione indetta dalla Commissione arbitri diretta da Stefano Dorosa. Come dire: meglio approfondire l'argomento. L'emozione gioca brutti scherzi, questo è noto, soprattutto in chi è alle prime armi con la conduzione delle partite. Si tratta di giovani arbitri, quasi sempre minorenni, che sentono oltremodo la pressione dell'atmosfera attorno, la paura di sbagliare e di essere poi contestatati. Ragazzi non ancora col pelo sullo stomaco, ai quali va dato il merito di essere intraprendenti e coraggiosi, tanto che alcuni avrebbero anche sfidato i postumi influenzali, ma ancora troppi fragili, nel loro piccolo, per prendersi responsabilità così grandi.
I NUMERI
«Circa la metà dei 150 arbitri di pallavolo che dirigono regolarmente le partite nei vari parquet della Destra Tagliamento sottolinea Zanotti non ha ancora compiuto i 18 anni. Sono tutti ragazzi appassionati di volley, che, passo dopo passo, si stanno facendo le ossa nella conduzione della singole gare. Nessuno di loro, lo voglio ribadire, viene mandato alla sbaraglio: esiste un percorso di formazione ed una sorta di tirocinio. Ma come in tutte le cose, prima di prendere mano e confidenza con qualcosa, bisogna fare la gavetta. Siamo di fronte come Federazione ad una categoria di giovanissimi arbitri che, per preparazione e costanza, tra qualche stagione potrebbero essere in grado di arbitrare partite di livello». Zanotti, ufficiale dell'Esercito in pensione e con un trascorso da fischietto proprio nella pallavolo, parla con la solita sincerità che gli appartiene. Del resto non è la persona abituata a nascondersi dietro la classica foglia di fico. «I malori in campo accusati da qualche arbitro sostiene sono piuttosto casuali. Forse qualcuno, pur sapendo di non essere nella miglior condizione di salute, ha voluto comunque dirigere le partite e, suo malgrado, non è stato bene. Se alla febbre ci aggiungi anche lo stress, con decine di occhi che sono puntati su di te, può succedere che il fisico subisca un crollo. Ripeto: nessun allarmismo, ma il fenomeno, è chiaro e deve essere monitorato». Anche nella riunione del 28 febbraio, Zanotti ribadirà un concetto fondamentale: «In caso di influenza è consigliabile che gli arbitri stiano a casa, a riposo. La partita? Se non c'è un sostituto salta, pazienza. Verrà comunque recuperata. Non penso che qualcuno possa recriminare qualcosa. Stiamo parlando sempre di sport praticato a livello dilettantistico e, proprio per questo, se l'arbitro è indisposto e non se la sente di dirigere l'incontro le squadre altro non fanno che aspettare le direttive dalla Federazione in merito alla data del recupero». Una soluzione tanto semplice quanto sensata.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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