SACILE
Quando il fischio e lo sferragliare della vecchia locomotiva hanno annunciato

Domenica 31 Ottobre 2021
SACILE Quando il fischio e lo sferragliare della vecchia locomotiva hanno annunciato
SACILE
Quando il fischio e lo sferragliare della vecchia locomotiva hanno annunciato l'arrivo del Treno della memoria - che stava ripetendo il viaggio di 100 anni fa quando da Aquileia ha trasportato all'Altare della Patria a Roma la salma del milite ignoto -, sui marciapiedi della stazione ferroviaria si sentiva il vociare di circa un migliaio di persone da oltre due ore in attesa e i canti che gli Alpini assieme a rappresentanti di altre associazioni combattentistiche e d'arma. Suoni ingentiliti dalla voce del soprano sacilese Valentina Volpe Andreazza, ambasciatrice della musica e della diplomazia culturale con il progetto Music 4 Diplomacy all'Export di Dubai, che non ha voluto mancare ad un appuntamento che «per la mia città -ha detto -, ha un significato morale importante». Quindi è calato il silenzio interrotto dallo scrosciante applauso con cui Sacile, con le sue istituzioni pubbliche, il sindaco Carlo Spagnol attorniato dalla giunta e diversi consiglieri comunali, militari con il comandante del 7° Regimento Trasmissioni colonnello Maurizio Manolli, il comandante della Compagnia carabinieri, capitano Danilo Bass, con il comandante della stazione Carabinieri rappresentanti di associazioni combattentistiche e d'Arma, accanto a loro tanti sacilesi, bambini con i nonni, giovani delle scuole locali, persone di mezza età e tanti anziani. Tutti hanno voluto rendere omaggio al milite ignoto così come avvenne 100 anni fa quando, su quelli stessi marciapiedi altrettanti sacilesi hanno salutato il convoglio che portava nella Capitale, il corpo di quel soldato che sarebbe diventato il simbolo delle migliaia di commilitoni morti nel conflitto mondiale.
ONORE AL MILITE IGNOTO
Poi, tra la commozione palpabile, il treno ha fermato la sua corsa e subito una voce, poi un'altra quindi un coro ha accolto il generale di brigata Fabio Poli che ha salutato i sacilesi con «un grazie per questo abbraccio che avete voluto dare a questo treno che 100 anni dopo rende onore al Milite ignoto e assieme a lui anche alle migliaia di Caduti. Per questo, anche se non era prevista ci siamo fermati». Ad accoglierlo il sindaco Spagnol che, nel consegnargli un cuscino sul quale erano infisse 11 rose bianche che ricordano i 10 soldati privi di identità e trovati in altrettanti teatri di guerra e una di Maria Bergamas madre del figlio disperso durante il conflitto, lo ha ringraziato per la sosta. «Per Sacile si tratta di una circostanza storica arricchita dalla presenza delle istituzioni pubbliche, militari, rappresentanti di associazioni - ha detto il sindaco -. Ma soprattutto di una comunità che come 100 anni fa ha voluto rendere omaggio al simbolo di migliaia di Caduti. Questo gesto spontaneo vuole rappresentare il bisogno di ricordare le vittime di tutte le guerre e il senso dell'Unità nazionale». Quindi un minuto di silenzio davanti al carro che 100 anni fa ha trasportato la salma del milite ignoto.
IL RICORDO E LA MEMORIA
Il fischio della locomotiva ha rimesso in moto il convoglio che ha lasciato Sacile accompagnato dai canti degli Alpini e della comunità che ha vissuto un pomeriggio del ricordo. Una sosta, quella in riva al Livenza, in un certo senso dovuta per il legame tra Sacile ed il Milite ignoto che è dovuto al fatto che l'istituzione di questo simbolo (idea italiana poi ripresa da altri Stati) avvenne sotto l'allora ministro della guerra di origine sacilese, Luigi Gasparotto, che fece parte durante la prima guerra mondiale del regio esercito con il grado di capitano, partecipò alla liberazione di Sacile dalle truppe occupanti austro-ungariche, guidando le forze di liberazione lungo le vie cittadine. Al termine del conflitto fu nominato ministro e sotto il suo mandato fu istituito il milite ignoto.
Michelangelo Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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