Riaprono parrucchieri ed estetiste, no bar e ristoranti

Sabato 10 Aprile 2021
Riaprono parrucchieri ed estetiste, no bar e ristoranti
MISURE ALLENTATE
PORDENONE Restano le limitazioni agli spostamenti tra Regioni e tra Comuni, se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Con la zona arancione, dopo quasi un mese di rosso, però riaprono i negozi, i centri commerciali (con gli sto nei fine settimana). Riaprono anche i saloni di parrucchieri e i centri estetici. Restno chiusi invece bar e ristoranti che dovranno continuare a lavorare solo con l'asporto e con le consegne a domicilio. «Noi - sottolinea Fabio Cadamuro, rappresentate degli esercenti Fipe-Confcommercio - non potremo ancora riaprire. Ma il passaggio in zona arancione ci fa sperare. Intanto si esce dal blocco della zona rossa. In città i negozi riaprono e girerà più gente, per cui anche per noi con l'asporto e le consegne ci sarà una boccata d'ossigeno».
LA POLITICA
«Prevedere in capo ai presidenti di Regione il potere di istituire zone bianche o gialle provinciali, laddove i dati epidemiologici lo consentano». Non molla la sua battaglia il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Luca Ciriani che, con i parlamentari di Fratelli d'Italia, Francesco Zaffini e Marcello Gemmato, rilancia dopo l'appello del sindaco Alessandro Cirini del giorno prima a pensare riaperture per zone. «Attualmente - sottolinea il senatore - il governo ha previsto soltanto zone rosse o arancioni, escludendo a priori sia il giallo e sia il bianco. Crediamo, anche alla luce del fatto che l'Italia non presenta dovunque gli stessi valori pandemici, che non sia illogico valutare che le Regioni all'interno di una zona rossa o arancione possano stabilire aree provinciali con misure meno stringenti. Questo consentirebbe, qualora i dati lo consentissero, di riaprire attività e servizi che altrimenti rimarrebbero chiusi». Sulla stessa linea anche la civica Pn Cambia: «Alla luce dei dati attuali - secondo il consigliere Mattia Tirelli - la riapertura in sicurezza delle attività economiche della città e del territorio pordenonese non deve essere un'eventualità ma un dovere. Dobbiamo fin d'ora, visto anche l'ingresso in zona arancione da lunedì, esercitare la necessaria pressione affinché bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema e attività sportive possano tornare alla normalità al più presto. Un riavvio graduale delle attività è necessario e va programmato di pari passo con le vaccinazioni. La ripresa non passa dagli aiuti di stato (che si sono rivelati non sufficienti) ma dalla possibilità per le imprese di lavorare».
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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