Lavinox, l'ultima battaglia per non finire nel baratro

Mercoledì 15 Gennaio 2020
Lavinox, l'ultima battaglia per non finire nel baratro
LA VERTENZA
PORDENONE Di nuovo impegni non rispettati da parte della proprietà del Gruppo Sassoli. E di nuovo lavoratori - ormai più che esasperati - in protesta alla Lavinox di Villotta di Chions. Ieri, per altro, sul tavolo delle crisi aziendali seguite dalla Regione. Gli impegni non rispettati sono quelli relativi ai soldi che i circa 130 operai dell'azienda metalmeccanica avanzano dallo scorso mese di novembre. Il saldo della penultima mensilità del 2019 era stato promesso per la settimana scorsa. Poi il rinvio del pagamento alla giornata di ieri: i lavoratori aveano preso atto ed erano tornati a produrre già nel pomeriggio di giovedì scorso. Ieri, però, i soldi non erano ancora arrivati nei conti correnti e i dipendenti hanno perso la pazienza e hanno smesso di lavorare. Anche se in realtà in fabbrica ormai le commesse arrivano con il contagocce. Ma se loro non producono l'impresa sostiene di non avere la liquidità necessaria a pagare gli stipendi arretrati. Ieri, per la verità la proposta era di pagare solo metà del saldo di novembre: una cifra che equivale in media a poco più di duecento euro.
ESASPERATI
«I lavoratori sono ormai sfiniti. E sono stanchi di essere presi in giro. Siamo nuovamente di fronte a promesse non mantenute. Non stanno chiedendo la luna, stanno solo chiedendo - ribadiscono i dipendenti e le loro organizzazioni sindacali - quello che spetta loro perché hanno sempre lavorato facendo il loro dovere. E questo succederà fino a quando l'azienda lo consentirà. Ma sono anche consapevoli che devono dare un segnale di fronte a una situazione drammatica che potrebbe esplodere da un momento all'altro». Una situazione che ha ormai, se non proprio i giorni, almeno le settimane contate. Esattamente tra un mese, il prossimo 14 febbraio, terminerà la cassa integrazione straordinaria che un anno fa il ministero aveva concesso sulla base di precisi impegni dell'impresa e sulla base di un piano siglato da sindacati e Regione su formazione e riqualificazione dei lavoratori. Ma undici mesi sono ormai passati senza che all'orizzonte ci sia uno straccio di piano di rilancio («Nessun investimento è stato fatto dalla società», ripete il sindacato) dello stabilimento. E nemmeno sul fronte della ricerca di una possibile via di uscita, attraverso una partnership industriale o addirittura una cessione della società. Come più volte la stessa proprietà avrebbe auspicato manifestando anche la volontà di farsi da parte.
UN MESE DI AGONIA
L'unica ancora di salvezza potrebbe arrivare dalla Confindustria locale - che con la Regione - si era impegnata a cercare una soluzione entro tempi brevissimi che potesse salvare l'azienda e i lavoratori dal probabile baratro. E se nei prossimi giorni non dovesse aprirsi alcuna prospettiva l'ipotesi di un secondo fallimento - il primo era stato dichiarato ormai cinque anni fa, poi ci fu l'operazione salvataggio e la nascita di Lavinox - si farebbe davvero più concreta. Intanto i lavoratori stanno nella loro fabbrica chiedendo i soldi che avanzano, ma chiedendo soprattutto che si faccia qualcosa per salvare un'impresa da troppo tempo in agonia.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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