LA TRAPPOLA
PORDENONE Sembrava un consiglio comunale destinato a scivolare via

Venerdì 14 Settembre 2018
LA TRAPPOLA
PORDENONE Sembrava un consiglio comunale destinato a scivolare via in fretta e senza scossoni: il secondo in tre giorni, convocato al solo scopo di licenziare in fretta l'ultimo dei progetti da inviare a Roma, nella speranza di incassare i finanziamenti sospesi del Bando delle periferie. Si è trasformato in una trappola senza uscita per Lega e M5S, costretti loro malgrado a votare un ordine del giorno che sconfessa l'operato dell'esecutivo nazionale. In approvazione c'è il progetto definitivo per il collegamento del parco Reghena con il lago della Burida, presentato dall'assessore all'Ambiente Stefania Boltin: 520mila euro per un'opera che piace a tutti, opposizione compresa. Tutto facile dunque, se non fosse per l'incertezza che ancora circonda il finanziamento dei progetti. Ad accendere la miccia è Mara Piccin (Fi), che ripesca l'ordine del giorno già presentato due giorni prima dal Pd per impegnare il sindaco a manifestare al Governo la sua contrarietà all'emendamento al decreto Milleproroghe: un ordine del giorno che la maggioranza aveva bocciato in attesa di chiarire i contenuti dell'accordo fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente dell'Anci Antonio Decaro. Ma i due giorni trascorsi non hanno portato certezza, e ora dalla maggioranza arriva la disponibilità a sottoscrivere quell'odg. L'invito di Piccin, preceduto da un duro attacco alle forze di governo e agli esponenti locali dei 5 Stelle («in questo Comune e nella nostra Regione ci sono stati esponenti di partiti che governano a livello nazionale che hanno fatto finta di niente, oppure ci hanno preso per il naso») viene raccolto anche da Autonomia responsabile, da An e da Pordenone 1291. Ma, soprattutto, viene fatto proprio dal sindaco Alessandro Ciriani, assieme a una lunga serie di altri ordini del giorno: «il 15 di settembre - ribadisce - Roma avrà tutti i progetti esecutivi cantierabili di questa amministrazione. In questo momento, dato che il Milleproroghe non è ancora legge, siamo ampiamente legittimati ad andare avanti. In ogni caso, spero che serietà e lealtà verso gli enti locali siano principi che ispirino il Governo. Concediamo un'apertura al Governo, ma un'apertura sub judice. È assolutamente scontato però che, se questa parola data non venisse mantenuta, il nostro atteggiamento non sarebbe più conciliante. Parlo come sindaco, non voglio impegnare nessuno». Sulla graticola restano il Movimento 5 Stelle e soprattutto la Lega, chiamata a votare un progetto firmato dalla compagine alla quale appartiene assieme a tutto il pacchetto degli odg fatti propri dalla maggioranza. Compreso l'imbarazzante numero 5. Per i primi, Samuele Stefanoni difende l'operato del Governo giallo-verde ma con un'apertura al primo cittadino dopo gli scontri durissimi delle settimane scorse: «l'amministrazione fa bene a difendere i diritti del territorio. Il sindaco è stato eletto per questo e posso capire». Ma sostiene anche che metà dell'importo complessivo del Bando non risultava finanziato. Sul fronte del Carroccio, una tesa consultazione con i colleghi di partito, il vicesindaco Eligio Grizzo e l'assessore Boltin, e Simone Polesello tenta un colpo al cerchio e uno alla botte: «Come già sottolineato da Stefanoni, mancava la disponibilità per un miliardo di euro. È normale che, con un cambio di Governo, i soldi decidiamo noi dove mandarli. Ci allineiamo con questa maggioranza - conclude però - consapevoli che il sindaco farà tutto il possibile perché i progetti vengano portati a termine».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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