ISTRUZIONE
PORDENONE La sindrome dell'isolamento, colpisce gli studenti ripiombati

Martedì 9 Marzo 2021
ISTRUZIONE
PORDENONE La sindrome dell'isolamento, colpisce gli studenti ripiombati nella Dad. I dirigenti scolastici vivono il momento con preoccupazione. «Siamo amareggiati, inermi davanti ad una situazione negativa: non siamo favorevoli alla chiusura, eppure ci troviamo in un limbo, solo il vaccino potrà tirarci fuori», dichiara il dirigente dell'Isis Zanussi, Giovanni Dalla Torre. «I pediatri hanno ricordato l'impennata delle malattie psicosomatiche nei bambini a causa delle chiusure». «I nostri figli spiega Paola Tolot, del comitato organizzativo Pas, Priorità alla scuola hanno difficoltà a relazionarsi, si racchiudono sempre più in loro stessi, si rifiutano di uscire anche per fare un giro intorno all'isolato in bicicletta o a piedi». «Gli studenti sono disperati illustra quanto accade Ornella Varin, dirigente del liceo Grigoletti la scuola è diventata meno democratica, non tanto per i mezzi, perché tutti li hanno ricevuti, ma per la possibilità di crescere in presenza. Rischiamo di perdere i più fragili».
I TIMORI
Le famiglie hanno iniziato ad informarsi vedendo cosa accadeva ai loro figli dai 14 ai 18 anni ed è emerso un quadro preoccupante. «Non presentarsi a scuola ha modificato tutti i ritmi dei ragazzi ha puntualizzato Tolot ciò ha comportato traumi psico-fisici, dall'aumento di mal di testa a disturbi del sonno dovuti ad una sorta di sindrome da jet leg, gli adolescenti hanno iniziato a sballare gli orari, in aumento i casi di depressione, fino ad arrivare alle difficoltà di attenzione e di apprendimento dovute al perdurare della Dad». In alcuni giovanissimi si sta verificando un'apatia molto lenta e apparentemente asintomatica. Alcuni non si vestono, le ragazze non si truccano, tanto non devono cercare l'amore della giovinezza, le occasioni si sono ridotte e la mascherina nasconde i sorrisi che si sono tornati a spegnere. La generazione del pigiama è quella dagli incontri ovattati da uno schermo. Anche le manifestazioni del disagio aperte sono rare, poiché si stanno abituando ad un andamento sociale alterato. Oltre alla scuola, sono mancate le attività sportive, da qui l'insorgere di altre problematiche di tipo fisico, dovute all'assenza di allenamenti con perdita della massa muscolare e della resistenza.
TESTIMONIANZE
«Ci stanno portando via pezzi di vita», questo il racconto di una ragazza al suo dirigente. «È proprio vero si rammarica Dalla Torre i nostri giovani si stanno adeguando ad una realtà complessa che fa perdere loro gli aspetti della preadolescenza e dell'adolescenza, come le amicizie, i primi amori, le battaglie con i genitori». Generazione 19, ragazzi del Covid pronti ad accettare tutto, con il rischio di perdere gli stimoli che la scuola riesce a dare con maggiore intensità se de visu. Ma se preoccupa la situazione degli adolescenti, nemmeno i loro genitori sono così tranquilli. «Ci stanno obbligando all'abbandono di minori riferisce Tolot molti non sono riusciti ad organizzarsi e i ragazzini sono a casa soli, mentre in altri casi le mamme hanno perso il lavoro, perché spetta alla donna prendersi cura della famiglia». Si paventa una lunga chiusura ben dopo Pasqua e questo mette in allarme l'intera comunità. «Li perderemo del tutto se ci sarà un terzo anno di didattica a distanza», chiosa la dirigente del Grigoletti, mentre il comitato Pas chiede una decisione semplice quanto utopica in questo Paese: dimezzare le classi e incrementare gli organici.
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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