Innocente: «Andrà sempre peggio La capillarità diventerà impossibile»

Domenica 8 Dicembre 2019
Innocente: «Andrà sempre peggio La capillarità diventerà impossibile»
LA SENTENZA
PORDENONE Tre fattori, che se combinati tra loro diventano letali: un sistema sanitario nazionale (e di riflesso regionale) che paga i medicinali alle farmacie la metà rispetto a dieci anni fa, una serie di adempimenti normativi che cambiano in continuazione e che aggiungono costi a carico dei farmacisti e infine paesi che si vanno lentamente spopolando.
Elementi che contribuiscono a creare una condizione di non ritorno, fotografata fedelmente dalla sentenza del presidente pordenonese di Federfarma, Francesco Innocente. «Non mi stupisco - dice - che nessuno abbia aderito al bando della Regione, soprattutto considerati i territori presi in esame, cioè quelli della pedemontana e della montagna pordenonese. La situazione non migliorerà. Anzi, andrà peggio. Di fatto, garantire la capillarità del servizio farmaceutico diventerà un'impresa impossibile. Ci saranno sempre più territori scoperti e i cittadini risulteranno penalizzati. Se alla questione dei costi elevati che noi tutti dobbiamo sostenere si aggiunge una fetta di utenza ridotta, cioè quella di un piccolo paese, la sentenza diventa inappellabile: non saranno aperte nuove farmacie, e anzi si rischiano chiusure».
LA MAPPA
La situazione si tocca già con mano. Si parte da Erto e Casso, dove un piccolo dispensario non può coprire le esigenze della popolazione, soprattutto degli anziani. La prima farmacia, cioè la più vicina, è a Longarone, provincia di Belluno, ai piedi della diga del Vajont. A Cimolais si incontra un altro piccolo dispensario, ma niente farmacia. Un farmaco con ricetta si può trovare a Claut. Ma chi non ha l'auto non può raggiungere il centro attrezzato più vicino. È problematica anche la zona dell'alto Maniaghese: a Tramonti di Sopra manca il servizio farmaceutico, mentre il caso più recente è quello che riguarda Frisanco, dove ha chiuso anche l'ultima farmacia che serviva tutti i cittadini della vallata, che ora si trova completamente isolata.
«Dobbiamo ringraziare i pochi farmacisti rimasti nelle valli, che ogni giorno macinano chilometri per consegnare medicinali», afferma Innocente, che poi illustra un ultimo dettaglio fatto di cifre. «Un farmaco per combattere il colesterolo alto, dieci anni fa veniva pagato alle farmacie circa 30 euro. Oggi per lo stesso medicinale il sistema sanitario nazionale paga 3 euro. Siamo di fronte a un crollo generalizzato, che al momento non trova soluzioni».
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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