IMMIGRATI
PORDENONE Problema casa non solamente per gli stranieri, ma anche per

Sabato 9 Novembre 2019
IMMIGRATI PORDENONE Problema casa non solamente per gli stranieri, ma anche per
IMMIGRATI
PORDENONE Problema casa non solamente per gli stranieri, ma anche per le associazioni che li tutelano: sfratto in vista, infatti, per l'Associazione immigrati e per una decina di altri sodalizi attualmente ospitati nell'immobile di via Piave, che dovrà essere abbattuto per consentire la realizzazione della nuova scuola Lozer. «A informarci è stato, nella scorsa primavera, l'assessore alle Politiche sociali Eligio Grizzo spiega il presidente dell'Associazione Immigrati Mauro Marra -. Ci ha invitato a trovare un'altra sede perché questa andrà liberata verso luglio del prossimo anno, e il Comune dice di non avere altre soluzioni per noi».
LO STABILE
Marra ricorda come lo stabile, ristrutturato con i fondi della legge Martelli del 1989, sia l'unico luogo di aggregazione a disposizione di undici sodalizi (oltre all'Associazione Immigrati, le associazioni degli ivoriani, dei senegalesi, la Rete solidale, Mondo Tuareg, i camerunensi, i pakistani, il Centro islamico, nigeriani, congolesi, ghanesi e Peace brothers) e ospiti anche lo sportello informativo, aperto per due giorni alla settimana grazie a volontari, senza alcun contributo pubblico. «Chiediamo al Comune una sistemazione alternativa conclude -, in caso di demolizione». Ma quello della casa è un problema per molti stranieri, come segnalano i rappresentanti delle associazioni. Una prima questione riguarda le case Ater: «Per presentare domanda spiega Ndela Sar, referente della comunità senegalese viene richiesto nuovamente il certificato di assenza di proprietà all'estero, che va richiesto al Paese d'origine con tempi lunghi e costi importanti. Il risultato è la difficoltà di accedere alle graduatorie». E le graduatorie sono necessarie anche in considerazione della crescente difficoltà di trovare case sul mercato: «Il clima è peggiorato e nessuno vuole più affittare agli stranieri». Le associazioni segnalano le difficoltà di tanti irregolari: «Non solo chi entra senza documenti precisa Ndela Sar -, ma anche chi ha perso il lavoro, dopo molti anni di residenza. I casi di cui siamo a conoscenza sono circa trecento, e comprendono anche ragazzi che, dopo i 18 anni, hanno smesso di studiare e non trovano lavoro». Per alcuni di loro, le espulsioni stanno scattando in tempi rapidissimi: «Appena vengono trovati senza documenti, viene emanato il decreto di espulsione da parte della Prefettura, seguita dall'udienza dal Giudice di pace per la conferma. Ci sono stati casi di persone scoperte senza documenti alla sera e che alle 12 del giorno dopo erano già in volo, senza neanche aver potuto contattare i familiari». Diversi i problemi segnalati dalle associazioni e che riguardano la gestione delle pratiche da parte della Questura. «C'è un atteggiamento sempre più restrittivo nei confronti dei migranti denuncia Aka Adolph . Si sono allungati i tempi per ottenere la cittadinanza io sono in attesa dal 2015 e anche quelli per i permessi di soggiorno, arrivati a sette mesi e anche di più. C'è il rifiuto di accettare le domande di asilo politico, nonostante il ricorso accolto dal Tar. E poi, ancora: la chiusura dell'Infopoint; le file da fare all'esterno della Questura; il mancato rispetto degli orari degli appuntamenti; le incongruenze nelle richieste dei documenti.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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