IL PROCESSO
PORDENONE Sentenza sospesa per il medico accusato di aver abusato

Mercoledì 17 Ottobre 2018
IL PROCESSO PORDENONE Sentenza sospesa per il medico accusato di aver abusato
IL PROCESSO
PORDENONE Sentenza sospesa per il medico accusato di aver abusato sessualmente del ragazzo non ancora sedicenne che gli era stato affidato dalla madre affinchè lo facesse studiare, di aver adescato due minori on-line e di aver condiviso materiale pedo-pornografico. Dopo due ore di camera di consiglio, il collegio giudicante presieduto da Alberto Rossi (a latere Iuri De Biasi e Piera Binotto), ieri è tornato in aula per leggere non l'attesa sentenza, bensì un'ordinanza. I giudici hanno disposto un'integrazione istruttoria: sarà nuovamente sentito il giovane (oggi 24 anni) per chiarire modalità e periodo delle condotte imputate al medico. Si torna in aula il 20 novembre, dopodichè il collegio si esprimerà.
L'ORDINANZA
L'ordinanza rappresenta forse il passaggio più importante del processo. I giudici vogliono collocare con precisione i fatti nel tempo. Se dovesse emergere che la vittima aveva già compiuto 16 anni, le accuse più gravi (già parzialmente prescritte) cadranno. Il ragazzo era stato ospitato nell'abitazione del medico nel 2006 e 2007, l'epoca in cui subì le prime attenzioni. Nel capo di imputazione si fa riferimento ad abusi subiti anche nel 2009 e 2010. È corretto il periodo? Su questo punto la vittima non è stata precisa: nella sua memoria gli episodi erano legati a precisi momenti del suo percorso scolastico. Se dovesse emergere che sono successi quando aveva già compiuto 16 anni, l'intero capo di imputazione ne uscirà ridimensionato.
LA CREDIBILITÀ
Alla precedente udienza il pm Pietro Montrone aveva chiesto una condanna a 6 anni e 4 mesi di reclusione. L'avvocato Giuseppe Bavaresco, che aveva presentato una memoria di oltre 40 pagine per dimostrare che il suo assistito non è un pedofilo, conta che il collegio possa rivalutare la credibilità del giovane accusatore che attualmente si trova in una comunità a Feltre, provvedimento disposto nell'ambito del procedimento penale che lo vede indagato per il tentato omicidio nei confronti dello stesso medico che aveva denunciato. Una perizia psichiatrica ha stabilito che è disturbato e che, nel momento in cui ha accoltellato il medico, non era capace di intendere e volere.
«UN PADRE»
Il medico ha sempre respinto le accuse. Si era preso cura del ragazzino conosciuto sui campi di calcio perchè la madre lo aveva abbandonato. Lo aveva accolto in casa, fatto studiare e aiutato a cercare un lavoro. A distanza di dieci anni quel bambino è diventato il suo principale accusatore. Durante la sua deposizione, la vittima disse che il medico era per lui come un padre, ma che lo aveva «manipolato».
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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