Il centro per i profughi nella caserma di Vivaro

Venerdì 31 Ottobre 2014
Nascerà a Vivaro il centro per l'accoglienza dei profughi e richiedenti asilo inviati dagli organi governativi in provincia di Pordenone. È su questo progetto che stanno lavorando le istituzioni che, ieri mattina, hanno effettuato un sopralluogo alla caserma «De Michiel» situata lungo la strada che conduce dal capoluogo comunale alla frazione di Basaldella, esattamente di fronte a dove, negli ultimi anni, il leader di Agricoltori Federati, Giorgio Fidenato, aveva dato vita alle semine provocatorie di mais trangenico. «Per il momento è stata fatta una visita per verificare lo stato dell'arte - ha fatto sapere il vice prefetto vicario di Pordenone, Alessandra Vinciguerra, accompagnata nella circostanza dal sindaco di Vivaro, Mauro Candido, dai vertici del Demanio militare e dai Carabinieri di Spilimbergo, cui spetterebbe, in futuro, il controllo del sito -: da molto tempo si parla del progetto di individuare caserme dismesse per dare ospitalità ai profughi e l'opzione "De Michiel" è sempre stata una delle più gettonate. Per questo motivo, coinvolgendo tutti i soggetti istituzionalmente interessati, abbiamo fatto un sopralluogo». Quanto agli spazi, il vice prefetto vicario ammette che sarebbero ideali: «C'è una disponibilità enorme di dormitori e capannoni - ha confermato -, ma è chiaro che prima di assumere qualsiasi tipo di decisione vanno verificate le condizioni economiche del riatto della struttura. Da quanto abbiamo appreso, dai nostri interlocutori qualificati, la caserma non è più operativa dal 2000. Prima di intavolare una discussione con il Demanio militare (il compendio fa riferimento al 12° Reparto Infrastrutture di Udine, ndr) occorre attendere il conto economico per il riatto, che è stato affidato a periti e tecnici specializzati, dalla cui relazione si dovrà anche desumere un cronoprogramma degli eventuali lavori da realizzare per rendere la caserma idonea allo scopo". «Al momento attuale - ha concluso il vice prefetto vicario - consideriamo la visita soltanto una trasferta per presa visione della situazione: con questo mi auguro che non si voglia strumentalizzare la ricerca di una soluzione definitiva all'accoglienza dei profughi che deve per forza uscire dalla logica dell'emergenza, entrando nei canoni della normale amministrazione e gestione di una problematica che inciderà ancora per molti anni anche sul nostro territorio».
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