IL CASO
PORDENONE In ballo c'è un appalto da 25 milioni di euro. Si tratta

Martedì 14 Gennaio 2020
IL CASO PORDENONE In ballo c'è un appalto da 25 milioni di euro. Si tratta
IL CASO
PORDENONE In ballo c'è un appalto da 25 milioni di euro. Si tratta della concessione per i punti ristoro nelle strutture sanitarie regionali attraverso i distributori automatici. È una fetta di mercato rilevante. Ad aggiudicarsi la gara, che vale per un periodo di 60 mesi, è stato il Gruppo Illiria Spa di Udine e con sede distaccata a Pordenone. La gara è del 2018, ma un ricorso al Tar l'ha di fatto bloccata. A presentarlo è stata la Cda di Cattelan Srl, con sede a Talmassons. Lo ha fatto in proprio e quale capogruppo mandataria del costituendo raggruppamento temporaneo d'imprese, che comprende la Dap srl, la Serenissima Ristorazione Spa e la Euroristorazione Srl. Era tutelata dall'avvocato Francesco Magrini.
Il Tar ha respinto il ricorso legittimando la decisione presa dall'Arcs, l'Agenzia regionale di Coordinamento per la salute rappresentata dall'avvocato Antonella Bosco. La sentenza, tuttavia, non chiude la partita. «Il Tar ha ritenuto infondato e intempestivo il ricorso - spiega l'avvocato Andrea Cudini, che tutela Illiria - Le altre società potrebbero fare appello, perché il valore della concessione è alto e la durata è di 5 anni». È per questo che il contratto non è stato ancora stipulato. Illiria, infatti, dovrà fare investimenti rilevanti, perchè dovrà garantire circa 400 distributori automatici da collocare negli otto ospedali della regione. Il pronunciamento del Tar, pertanto, era molto atteso.
Illiria si è aggiudicata tutti i lotti messi in gara, quanto è la società che ha proposto il canone più alto, cioè la quota che deve versare all'ente per poter collocare i distributori di caffè, bibite e snack. Nel ricorso al Tribunale amministrativo si contestava la carenza di requisiti da parte di Illiria, la legittimità dell'aggiudicazione definitiva della gara e se ne chiedeva la nullità. «Illiria - si legge nelle motivazioni della sentenza - nel formulare la propria offerta si è basata su stime probabilistiche dei ricavi, autonomamente determinabili e assolutamente non sindacabili, che ha ritenuto di poter ottenere rapportando realtà analoghe a quelle dei singoli lotti della procedura competitiva, tenuto conto del numero dei distributori installabili nelle singole aree e delle caratteristiche dell'utenza». Secondo i giudici, non c'è motivo di «dubitare della correttezza e compiutezza dell'istruttoria» dell'Arcs che poi ha portato a «un giudizio positivo sulla congruità dell'offerta economica di Illiria, giudizio che non risulta manifestamente illogico e/o irragionevole o inficiato da macroscopici errori fattuali».
I giudici hanno condannato la ricorrente al pagamento delle spese di lite a favore dell'Arcs e della società Gruppo Illiria: 6mila euro ciascuno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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