GLI SPAZI
PORDENONE Gli spazi sono saturi. Il Consorzio universitario che negli

Martedì 21 Gennaio 2020
GLI SPAZI
PORDENONE Gli spazi sono saturi. Il Consorzio universitario che negli ultimi 4 anni ha visto un incremento del 30% (per anno) del numero degli iscritti ai vari corsi, vuole espandersi. Nell'immediato i margini di manovra non sono molti. In attesa che si sblocchi la partita dell'Amman (si è parlato, attraverso un investimento tra pubblico e privato, di destinare una grossa fetta dell'ex cotonificio proprio all'università), si ragiona vagliando possibilità e prospettive concrete. «C'è la necessità sottolinea Andrea Zanni, direttore del Consorzio di trovare una soluzione di emergenza già per il prossimo anno accademico, trovando la disponibilità di un edificio per accogliere classi e laboratori. Nelle vicinanze alla sede di via Prasecco c'è la palazzina dell'Arpa, che, tanto per cominciare, potrebbe ospitare i corsi biennali a numero chiuso, attualmente in capo alle nostre strutture, della Fondazione Its».
L'ALTERNATIVA
Si è pensato anche a un'alternativa. Utilizzare il cubo del deposito Giordani di proprietà di Atap. In questo caso, però, le tempistiche sarebbero più lunghe: l'azienda di trasporti dovrebbe infatti girare la struttura al Comune e questo, a sua volta, al Consorzio universitario. Altra possibilità: usufruire degli spazi del Seminario diocesano, ma anche in questo caso la strada, seppure percorribile, non sembra quella migliore per risolvere i problemi attuali. Zanni, sempre stando attento a non incidere pesantemente su un bilancio dove anche l'euro viene pesato, ha proposto di riprendere le attività didattiche il sabato mattina.
GLI ORARI
«Questo permetterebbe sostiene il direttore di spalmare corsi e laboratori non più su 5 ma su 6 giorni settimanali. E liberare così spazi che, in questo momento, risultano essere preziosi più dell'oro». Ma questa idea era già stata cassata. «È chiaro che non possiamo andare a tagliare su un capitolo importante è l'analisi di Zanni che si chiama investimenti. Un Consorzio che vanta un corso rinomato in tutta Italia, come quello di Scienze e tecnologie multimediali, deve evolversi e mantenersi al passo coi tempi». Quello che è certo, al di là di tutte le ipotesi in atto, è che una soluzione dovrà essere trovata. E pure in tempi brevi.
I NUMERI
«Le iscrizioni continuano a crescere l'analisi del direttore e siamo ormai prossimi a sfondare quota 1.500 studenti. Per questo abbiamo bisogno di nuovi spazi». Quello di via Prasecco è un vero e proprio campus universitario che si estende su una superficie di 12mila metri quadrati coperti, con 25 aule, 11 laboratori, sale studio, biblioteca, uffici, mensa, residenza universitaria. È circondato da campi da rugby e aree attrezzate per attività sportiva. «Negli anni ricorda Zanni abbiamo ottimizzato ogni risorsa a disposizione per creare a Pordenone una sede universitaria in grado di offrire l'ambiente più idoneo all'erogazione dei corsi universitari, investendo moltissimo su tecnologie, attrezzature e servizi. Dalle indagini sulla customer satisfaction degli studenti, negli ultimi tre anni, risultano essere al vertice del gradimento tra tutte quelle dell'ateneo udinese». Con questi numeri, è chiara l'intenzione di creare anche le migliori condizioni di sviluppo per l'area dell'ex Amman. L'ipotesi sulla quale l'amministrazione comunale sta facendo un ragionamento riguarda l'espansione del Consorzio universitario, dal momento che, considerando il numero degli iscritti, la sede di via Prasecco rischia di scoppiare. All'Amman potrebbero trovare spazio il corso di design dell'Isia, gli uffici ed una foresteria per gli insegnanti e nuovi alloggi per gli studenti che arrivano da fuori città.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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