ELEZIONI
PORDENONE Alla fiera dell'elettore promossa dall'Acli, primo (e per

Lunedì 26 Febbraio 2018
ELEZIONI PORDENONE Alla fiera dell'elettore promossa dall'Acli, primo (e per
ELEZIONI
PORDENONE Alla fiera dell'elettore promossa dall'Acli, primo (e per ora unico) confronto pubblico fra i candidati al Collegio uninominale di Pordenone. Un confronto necessariamente sui generis, causa il sovraffollamento della scheda: ben 16 i nomi fra i quali gli elettori dovranno scegliere. Per questo, gli organizzatori di Acli, Agesci e Azione cattolica hanno dovuto ideare una formula nuova: una prima parte nella quale è stato spiegato il meccanismo della legge elettorale Rosatellum bis; nella seconda, un dibattito organizzato per aree, nelle quali i ragazzi a gruppi hanno potuto ascoltare per dieci minuti una sintesi del programma elettorale e successivamente porre delle domande. Poi una sorta di campanella, a chiudere gli incontri e a ordinare la rotazione.
PRESENTI E ASSENTI
Tre le defezioni: la più pesante, quella della candidata del centrodestra Vannia Gava. Ma fra gli stand non si sono visti neanche Nico Maman (Per una sinistra rivoluzionaria) e Giovanni Battista Mascia (Blocco nazionale per le libertà). Per Italia agli italiani, Dario Fabris ha invece delegato il consigliere comunale triestino Fabio Tuiach, mentre la candidata di Rinascimento Sgarbi Elisa de Simon, pur presente, ha preferito lasciare la parola al collega candidato al collegio plurinominale: «Poteva parlare solo uno di noi due - rispondono alla domanda di una ragazza -, e abbiamo deciso così». Ma anche il numero dei ragazzi è inferiore alle attese: 140, contro i 200-250 preventivati.
LA PRESENTAZIONE
Dopo la lunga introduzione sul Rosatellum bis, ciascuno dei candidati occupa lo spazio assegnatogli, in una sala suddivisa in 15 quadrati di dimensioni identiche. A identificare ciascuno, un pannello con un foglio che illustra nome e simbolo. Il più organizzato è il deputato uscente Giorgio Zanin, candidato con il centrosinistra: curriculum esposto sui pannelli, post it e penne per i ragazzi e anche una manciata di copie della Costituzione, di cui legge alcuni articoli. Fra gli altri, diverse sono le strategie per rivolgersi alla platea di ragazzi: da una sedia, ma anche in piedi, come l'insegnante Velia Cassan (Liberi e uguali), o seduti a terra, come Roberto Boni (Siamo).
LA SCELTA
L'interesse dei ragazzi si orienta da subito verso i partiti e i nomi più noti, al punto che - nonostante le raccomandazioni degli organizzatori - il primo round vede tre candidati restare soli nei loro stand. Poi, con il secondo e il terzo giro, i ragazzi si redistribuiscono fra i banchetti e tutti i candidati possono dialogare con qualche giovane elettore. «Un'occasione importante - sottolinea Markus Maurmair (Patto per l'autonomia) rivolgendosi ai suoi ascoltatori -: finora si è sentito parlare solo di programmi irrealizzabili e di temi alti». In testa all'interesse dei neo elettori, i grandi partiti, ma anche quelli che esprimono le posizioni più estremiste. Ma la scelta di ascoltare l'uno o l'altro non è sempre termometro dell'orientamento del voto: non mancano infatti i ragazzi che approfittano dell'occasione per cercare i candidati con posizioni diverse dalle loro, per provocarli e, in qualche caso, metterli in difficoltà.
I TEMI
Fra i temi più gettonati, scuola università e lavoro, ma anche green economy e vaccini - entrambi oggetto di domande alla candidata del M5S Giovanna Scottà -, l'uso di internet (se n'è parlato con Alessandro Pinzini del Partito valore umano), il sistema elettorale e lo sbarramento al 3 per cento (con Eugenio Di Bello della Lista del popolo per la Costituzione), di adozione da parte di coppie omosessuali (con Giovanni Toffoli del Popolo della famiglia) o di concorrenza cinese (con Luca Franceschini di CasaPound).
IL FINALE
Alla fine, tutti soddisfatti o quasi, nei commenti al microfono: «Bellissimo» il confronto secondo Maurizio Gismondi (lista 10 volte meglio); «Adesso spero che vadano a votare», aggiunge Fabio Passador (Potere al popolo); «Abbiamo un futuro», secondo Velia Cassan (Leu), ma anche «Troppo di sinistra» per Fabio Tuiach (Italia agli italiani).
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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