Delegati sindacali Lavinox a casa, «una provocazione»

Sabato 18 Gennaio 2020
Delegati sindacali Lavinox a casa, «una provocazione»
LUNGA VERTENZA
PORDENONE Dopo lo slittamento dell'incontro con la proprietà e Confindustria che era stato previsto per ieri (dovrebbe invece tenersi giovedì prossimo) alla Lavinox rischia di aprirsi un nuovo fronte di scontro sindacale. Nella giornata di ieri l'azienda avrebbe comunicato la messa in cassa integrazione per l'intera prossima settimana di tutti e tre i delegati sindacali che nell'ultimo periodo hanno avuto un po' il ruolo di sentinelle in fabbrica. Soprattutto rispetto alla verifica delle promesse sul pagamento - prima della tredicesima e poi degli stipendi arretrati del 2019 - che è più volte slittato richiedendo una mobilitazione degli operai. Mobilitazione che è stata organizzata in prima linea proprio dai delegati sindacali che - dall'estate scorsa, cioé da quando la vertenza si è complicata - sono sempre presenti in azienda per seguire da vicino la situazione e per organizzare i colleghi. Per questo la messa in cassa integrazione per una settimana - nel gruppo dei colleghi che a rotazione utilizza l'ammortizzatore sociale rimanendo a casa - dei tre delegati sindacali di Fim, Fiom e Uilm non è stata presa bene dai vertici sindacali provinciali. «Anziché - ha sottolineato ieri il sindacato - cercare di arrivare al prossimo incontro di giovedì in un clima disteso la decisione della proprietà sui delegati sindacali di fabbrica rischia di alzare la tensione. Sembra quasi una provocazione, al limite dell'attività anti-sindacale». È probabile che i delegati cerchino di essere presenti in fabbrica anche la prossima settimana utilizzando i permessi previsti anche nei casi in cui le aziende utilizzando la cassa.
LO SPIRAGLIO
Intanto prosegue il lavoro sotto traccia di Confindustria locale e della Regione per sondare l'interesse di potenziali investitori. Potrebbe esserci un possibile interessamento da parte di un gruppo industriale internazionale impegnato nel comparto dell'inox con una sede produttiva anche nell'area industriale del Ponte Rosso di San Vito. Non è però ancora chiaro in che termini - e soprattutto quanti addetti potrebbero essere interessati - a un possibile salvataggio. Sempre che il Gruppo Sassoli decida di appoggiare il piano, o facendosi da parte o aprendo la porta a una partnership.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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