CORDENONS
Il bando per la concessione di un contributo economico una tantum,

Domenica 24 Gennaio 2021
CORDENONS
Il bando per la concessione di un contributo economico una tantum, a sostegno di imprese, che hanno sede a Cordenons, la cui attività è stata temporaneamente sospesa o limitata per effetto dell'emergenza sanitaria, fa flop due volte. La prima se si considera le poche domande presentate al Comune (solo 35, quando le aspettative superavano quota 60), la seconda se si guarda quante di queste, in base ai requisiti, sono state accolte: solo 16. Quindi meno della metà. Per 13 domande presentate sono in corso accertamenti e, quindi, si attende una definizione. Per altre sei, invece, è stato già comunicato l'avvio del procedimento del non accoglimento.
Sulla base della documentazione presentata e dell'istruttoria completata, sono 16 le domande che possono essere accolte. Si tratta di imprese in regola con il Durc e con il versamento dei tributi dovuti al Comune (Tari, Tasi e Imu). A ciascuna impresa partecipante, in possesso dei requisiti richiesti dal bando, spetta il contributo di 1.500 euro per un totale di 24mila euro. Al di là dei numeri per nulla soddisfacenti, va detto che da parte dei commercianti locali c'era stato un certo interesse nei confronti del bando. «Non è una sensazione puntualizza l'assessore Elio Quas, che ha in mano la delega al Commercio ma un dato concreto, testimoniato dalle numerose telefonate giunte in Municipio. Peccato però che alla fine ad avere i requisiti fossero meno della metà. Il motivo principale della rinuncia è il fatto che, in questo momento che potrei definire drammatico per la nostra economia, molti imprenditori non sono in regola con i contributi versati. E una pubblica amministrazione, purtroppo, non può erogare alcun aiuto ad un'azienda se questa non ha tutte le credenziali in regola. Spiace davvero, anche perché la maggior parte dei nostri commercianti vorrebbe rimanere a galla. Ma quello che sta accadendo, purtroppo, è gravissimo. E forse si ha ancora poca cognizione di quello che potrebbe succedere tra qualche mese». Quas teme che il 2021 possa portare diversi artigiani e commercianti a chiudere i battenti. «Alcuni baristi afferma hanno già chiuso anzitempo e pure riconsegnato la licenza in Comune. Prevediamo che quest'anno il saldo tra aperture e chiusure sarà molto negativo. Il peggiore degli ultimi 20 anni».
In questa fase di profonda incertezza, non ci sono molte soluzioni che possano essere attuate per rilanciare il commercio locale, soprattutto quello legato al settore della ristorazione. A maggior ragione se le decisioni del Governo centrale non permettono, in diversi casi, lo svolgimento completo di determinate attività. (al.co.)
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