Chiusa l'inchiesta: non furono gli F16 di Aviano a bombardare l'ospedale di Medici senza frontiere

Lunedì 14 Dicembre 2015
PORDENONE - Da alcuni giorni tornano a farsi sentire gli assordanti «ululati» dei cacciabombardieri F-16 di stanza alla Base Usaf di Aviano. Se ne sono ben accorti i residenti dell'hinterland che (complici le particolari condizioni meteo) sono inondati dalle onde sonore sprigionate dai jet in volo a bassa quota. È quindi terminata la quiete che aveva caratterizzato gli ultimi tempi. Dai primi di novembre, infatti, il 31esimo Fighter Wing è nuovamente a ranghi completi, grazie al ritorno in Pedemontana tanto del contingente di piloti e aerei del 510° impiegati (con base in Turchia) contro i miliziani del califfato, che del più corposo Squadron (il 555°) che per sei mesi era stato impegnato in Afghanistan, a supporto del governo di Kabul, tuttora assediato dai ribelli talebani. E a proposito di quest'ultima missione, si sono ora dileguati i dubbi che aleggiavano sui top gun avianesi, circa una responsabilità diretta sul bombardamento all'ospedale di Medici Senza Frontiere in quel di Kunduz. Come si ricorderà, lo scorso 3 ottobre la struttura finì distrutta sotto oltre 200 granate sparate dal cielo, che uccisero 30 civili tra pazienti, dottori e infermieri. Gli americani ammisero di essere autori del misfatto, restava da capire chi tra (F-16 del 555°, droni o aerei delle operazioni speciali) avesse premuto il grilletto. Ebbene, al termine di apposita indagine, il Comando Usa basato in Afghanistan ha dichiarato che la strage è stata frutto di una serie di errori umani, stress, condotte negligenti e malfunzionamenti tecnici. E a bombardare il bersaglio sbagliato (il target corretto era invece situato a qualche centinaio di metri di distanza) fu un AC-130 delle Operazioni Speciali, variante del noto velivolo da trasporto Hercules, solo che questo è dotato di numerose bocche da fuoco, tanto da essere denominato «cannoniera volante». I militari implicati nella strage sono stati sospesi dal servizio e saranno probabilmente sottoposti ad azioni disciplinari. Ritornando all'aeroporto Pagliano e Gori di Aviano, vi è da annotare la recente visita (all'indomani degli attentati terroristici di Parigi) del console generale Usa presso la sede di Milano, ambasciatore Philip Reeker, che ha accertato il supporto fornito dalla nostra Aeronautica ai reparti statunitensi presenti in loco, e successivamente ha ispezionato le unità del 31esimo Fighter Wing, usufruendo di un volo su un velivolo biposto F-16.
Dario Furlan

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