Autopsia in vista per la gattina che è vissuta sempre in catene

Martedì 31 Agosto 2021
Autopsia in vista per la gattina che è vissuta sempre in catene
PORCIA
È disposizione della Procura, in attesa dell'esame autoptico, la piccola carcassa di Nina, la gatta morta domenica dopo che lo scorso 18 agosto era stata sequestrata in una abitazione di Porcia, in seguito a un intervento delle guardie zoofile dell'Oipa, l'Organizzazione internazionale protezione animali. La gattina era stata ritrovata legata a una catena e sistemata dentro uno scatolone sudicio fin da quando era cucciola, senza la possibilità di muoversi liberamente. Il povero animale, di circa dieci anni, era adagiato su uno straccio sporco dentro un vecchio cartone logoro, in bilico sopra una cuccia in mezzo ad altri oggetti. Nina giaceva raggomitolata, in stato di abbandono, non rispondeva agli stimoli esterni, disorientata, il pelo arruffato, pieno di nodi. Aveva gli arti doloranti e difficoltà a reggersi in piedi. Questo le rendeva difficile anche raggiungere la ciotola dell'acqua a terra. Il proprietario è stato pertanto denunciato per maltrattamento di animali e sanzionato.
LA CLINICA VETERINARIA
La gattina, che era stata ricoverata nella Clinica veterinaria di Villotta di Chions, è deceduta per la grave disidratazione e per le condizioni fortemente alterate «dei parametri di funzione renale ed epatica, nonché per dilatazione e sfiancamento progressivo intestinale (megacolon), probabilmente riferibile all'immobilizzazione prolungata riportata nel verbale di sequestro», ha fatto sapere Aurora Bozzer dalla Clinica, aggiungendo «che lo stato di blocco intestinale da megacolon ha indotto un quadro di intossicazione dell'animale con conseguente sofferenza renale ed epatica irreversibili. Né la prognosi riservata fin dall'ingresso per le condizioni generali della gatta, oltretutto anziana, consentiva di intervenire chirurgicamente per l'elevato rischio di non sopravvivenza all'intervento». Ora i suoi resti sono stati portati all'Istituto zooprofilattico di Cordenons, a disposizione dell'autorità giudiziaria.
OFFERTE DI ADOZIONE
Dopo una decina di giorni dal ritrovamento della gattina, si sono così spente le speranze dei volontari che si erano attivati per trovarle una famiglia e che, anzi, avevano ricevuto numerose richieste di adozione. «Ne erano arrivate tantissime, anche da fuori regione racconta Maria Laura D'Amore dell'Oipa -: dal Piemonte, da Milano, da Bologna. Ma c'era la necessità che Nina restasse in zona per poterla monitorare. Ci eravamo dunque orientati su due possibilità qui a Pordenone e alla fine avevamo individuato quella più adatta, considerate non solo le condizioni della gattina, ma anche il fatto che si sarebbe dovuto procedere a un affidamento giudiziario, che impone una serie di vincoli nella gestione dell'animale». Nel frattempo, l'Oipa segue anche il destino degli altri animali che si trovavano in casa con Nina: il cane che il proprietario deteneva è stato vaccinato e microchippato, mentre è stata segnalata al Corpo forestale la detenzione di uccelli da richiamo, senza cibo né acqua, collocati in gabbie di piccole dimensioni e sporche.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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