Armi da guerra in casa carabiniere arrestato

Domenica 5 Luglio 2020
Il CASO
PORDENONE Carabiniere ed esperto d'armi. Una passione travolgente, che ha comportato per il luogotenente Diego Bigai, 57 anni, di Gruaro, per oltre dieci anni comandante della stazione di Cordovado, l'arresto in flagranza per l'ipotesi di detenzione di armi da guerra o parti di esse. Nella sua vasta collezione di armi, tutte regolarmente detenute, sono stati trovati alcuni pezzi per i quali, stando a una prima verifica tecnica, la detenzione sarebbe proibita, perchè sono di uso militare. In questi casi l'arresto è inevitabile, perchè è obbligatorio. L'attività d'indagine, delegata agli stessi carabinieri della Compagnia di Pordenone dal sostituto procuratore Carmelo Barbaro, risale a giovedì. Da venerdì il sottufficiale è ai domiciliari. Sulla vicenda c'è la massima attenzione del procuratore Raffaele Tito, che ne ha seguito tutti i passaggi e non nasconde l'amarezza per gli sviluppi che l'indagine ha avuto. «Di questo comportamento - ha commentato riferendosi al militare - sono molto dispiaciuto».
GLI ACCERTAMENTI
Tutto nasce da un'indagine avviata per valutare un'ipotesi di peculato continuato legata al mondo delle armi. Il sottufficiale è stato iscritto nel registro degli indagati e qualche tempo fa perquisito nella sua veste di comandante di stazione. È a lui, infatti, che una vedova aveva affidato i fucili del defunto marito, in quanto nè lei nè il figlio erano autorizzati a detenerli. Dopo qualche anno ne ha chiesto la restituzione, ma le armi non erano più nella disponibilità del sottufficiale. Erano state cedute. La famiglia si è rivolta a un legale, che attraverso una lettera ha portato il caso all'attenzione della Procura. Gli investigatori si sono concentrati su alcune operazioni sospette legate alla compravendita di armi, sulle quali si sta cercando di fare chiarezza. La posizione del luogotenente - secondo quanto ricostruito dalla stessa Arma dei carabinieri - si sarebbe aggravata negli ultimi giorni. In una nota si parla di un «possibile inquinamento probatorio» che avrebbe indotto gli inquirenti a procedere con una seconda perquisizione, stavolta nella sua abitazione di Gruaro.
LA PERQUISIZIONE
I carabinieri sapevano che nell'abitazione del collega avrebbero trovato armi. La sua passione, estesa anche alle uniformi storiche, è risaputa. La sua vasta collezione è impreziosita da pezzi storici, alcuni anche di pregio, che il luogotenente espone nelle mostre e nelle manifestazioni a tema. Comprese quelle organizzate dall'Arma. Questa sua grande passione lo ha portato ad accumulare anche alcune parti di armi da guerra di cui è vietata la detenzione. I carabinieri ne sono venuti a conoscenza e hanno deciso di effettuare una seconda perquisizione. Giovedì, verso le 10 del mattino, sono andati a Gruaro. Bigai - che in questo periodo è in licenza, in attesa di prendere servizio a Udine, dove è stato trasferito - ha fornito la massima collaborazione. Ammucchiati in un angolo del garage, come fosse ferraglia inutilizzabile, sono stati trovati i pezzi che hanno dato origine all'arresto.
LE ARMI SOSPETTE
Gli inquirenti si sono rivolti a esperti di armi per una verifica tecnica sul materiale ritrovato. Tra i modelli periziati ci sono un paio di vecchi Kalashnikov in cattivo stato di conservazione, una canna di mitragliatrice Breda che pare funzionante, proiettili antiaereo e caricatori di tipo militare che nell'immediatezza sono stati catalogati come armi da guerra. Su alcuni vecchi fucili mitragliatori Mab gli esperti avrebbero manifestato dei dubbi: servirà una perizia per comprendere se si tratta di modelli ormai in libera vendita. Domani, intanto, è prevista la convalida dell'arresto. A tutelare il sottufficiale ci sarà l'avvocato Emanuele Maria Forner.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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