Alberghi, quasi tutti hanno riaperto ma il lavoro è calato del 60 per cento

Sabato 6 Giugno 2020
Alberghi, quasi tutti hanno riaperto ma il lavoro è calato del 60 per cento
LA DECISIONE
PORDENONE Alberghi della provincia quasi tutti riaperti, ma in perdita e spesso part time: è questo il quadro emerso dalla mappatura fatta dalla presidente di Federalberghi Giovanna Santin. Come già spiegato ieri, a dare un po' di sollievo alle strutture ricettive è soprattutto la riapertura di alcuni cantieri. Ma manca e probabilmente continuerà a mancare ancora a lungo tutta la quota legata agli eventi fieristici, sportivi e culturali e a quel turismo slow che negli ultimi anni si sta cercando di sviluppare in collaborazione con il Consorzio Pordenone Turismo. Quasi tutti hanno cercato di riaprire continua Santin , ma il lavoro è veramente poco. C'è calma piatta. Se negli anni passati, in questo periodo, l'occupazione media delle strutture si aggirava attorno al 60-65 per cento, adesso siamo al 30-40 per cento. E a queste condizioni tenere aperto non conviene. Per questo, più di qualcuno ha scelto di ridurre l'apertura ai giorni della settimana nei quali riesce ad avere un livello di occupazione sufficiente. Giorni che sono diversi a seconda delle tipologie di strutture e della loro localizzazione: Chi lavora con clientela business tiene aperte le strutture dal lunedì al venerdì. Gli alberghi, invece, che si trovano nelle zone montane aprono dal venerdì al sabato, magari per qualche famiglia che viene a trascorrere il fine settimana.
LA PREOCCUPAZIONE
Il clima, comunque, è di preoccupazione: Aspettiamo le misure previste dal Decreto rilancio ribadisce la rappresentante di Federalberghi -, e in particolare gli interventi a fondo perduto. È di quelli che c'è bisogno. I 25mila euro erano invece solamente un prestito in più per imprese che, in molti casi, sono già indebitate. Per ora, l'unica certezza appare quella del bonus vacanze: una misura da 2,4 miliardi pensata per le famiglie che abbiano un Isee fino a 40mila euro, utilizzabile dal 1. luglio al 31 dicembre, per un massimo 500 euro (che scendono a 300 per i nuclei familiari composti da sole due persone e di 150 euro per quelli composti da una sola persona). L'80 per cento del credito sarà liquidità data alla struttura ricettiva per conto del cliente, mentre il 20 per cento costituirà una detrazione delle tasse al momento della dichiarazione dei redditi. Infine, lo sconto è rimborsato ai fornitori dei servizi sotto forma di credito d'imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione. Si tratta tuttavia di una misura che rischia di non incidere più di tanto sulle imprese del settore alberghiero del nostro territorio, più orientato sulla clientela business.
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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