TORREGLIA
E se i cinghiali fossero infetti? È più serio il timore che

Venerdì 20 Novembre 2020
TORREGLIA
E se i cinghiali fossero infetti? È più serio il timore che inquieta gli allevatori dei colli, all'indomani dei dati che evidenziano il diffondersi a macchia d'olio della peste suina africana. La patologia, che non è trasmissibile agli esseri umani, è invece altamente contagiosa per i maiali, che potrebbero essere facilmente contagiati dalle migliaia di ungulati liberi di scorrazzare da un capo all'altro della zona euganea. La minaccia di pericolosi focolai negli allevamenti è più che una probabilità. «Con una popolazione così numerosa di cinghiali che insiste non solo sull'area collinare e pedecollinare, ma anche a ridosso di altre zone in provincia - spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - aumenta il fattore di rischio di diffusione di una malattia che può portare a pesanti perdite negli allevamenti suini. Un motivo in più per proseguire sull'azione di contenimento dei cinghiali in tutta la provincia e recuperare il terreno perduto nei mesi di lockdown».
ABBATTIMENTI IN DISCESA
In effetti i numeri degli abbattimenti segnano il passo. Nonostante nello scorso settembre si siano registrate 143 eradicazioni di esemplari selvatici, con un incremento di 13 capi in più rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, il deficit complessivo delle eliminazioni operate dai selecontrollori resta, rispetto al 2019, di 196 unità. La minaccia è ancora maggiore per l'inverno quando i cinghiali, a corto di cibo, scavano i terreni coltivabili in cerca di alimenti, minacciando seriamente l'equilibrio idrogeologico del territorio. La minaccia all'integrità dei maiali negli allevamenti costituisce ora un altro motivo per intensificare la lotta contro gli ungulati.
«I nostri allevamenti ha osservato Bressan - applicano rigidi protocolli di sicurezza e sorveglianza sanitaria ma è necessario mettere in campo tutte le azioni di prevenzione e controllo, altrimenti l'impatto potrebbe essere devastante. Dopo questo primo passo ora dobbiamo lavorare anche sulla prevenzione a casa nostra, a partire appunto dall'emergenza cinghiali sui Colli Euganei. Abbassare la guardia nella lotta contro i cinghiali, insomma, renderebbe inutili anche gli stessi provvedimenti adottati dalla Commissione europea che proprio nei giorni scorsi ha bloccato la movimentazione dei suini dalla Sassonia, una delle regioni tedesche dove la peste ha raggiunto livelli di guardia. La posta in gioco, che impone il giro di vite contro i cinghiali, diventa davvero notevole non solo per gli allevatori dei Colli, ma per tutto il comparto degli allevamenti veneti, che presuppone un patrimonio zootecnico quotato a livello regionale 200milioni di euro nel quale lavorano oltre 500 allevamenti».
Lucio Piva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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