SAONARA
«È stato un mese molto triste per me e la mia famiglia. Il

Giovedì 5 Settembre 2019
SAONARA
«È stato un mese molto triste per me e la mia famiglia. Il 5 agosto è morto mio marito Alberto Sgaravatti, uno dei fondatori del florovivaismo a Saonara. Porterò avanti tutti i suoi progetti nonostante non sia più una ragazzina».
A parlare è Renata Sgaravatti, 74 anni, ma ancora una grinta da vendere e un senso innato per l'imprenditoria. La scomparsa del compagno di una vita l'ha addolorata, ma grazie all'affetto dei parenti più stretti e degli amici, dopo un mese di silenzio ha trovato la voglia di parlare: «Mio marito mi ha lasciato un'eredità enorme. A Saonara i vivai sono nati grazie al suo storico cognome addirittura nel 1820. Dal 1958 è stato proprio Alberto a portare avanti il movimento».
Con la voce ancora strozzata dal dolore per la perdita dell'adorato marito, la vedova Sgaravatti ha proseguito: «Tutti gli attuali vivaisti hanno un grado di parentela con la nostra famiglia. A tutti loro voglio dire che Saonara merita di crescere sempre di più e diventare marchio su scala internazionale. Il distretto florovivaistico delle piante da frutto e dei rosari saonaresi non ha nulla da invidiare alle altre realtà nazionali ed internazionali del settore».
Sollecitata sulle oggettive difficoltà del movimento florovivaistico Renata Sgaravatti ha concluso: «Mettere d'accordo tutti non è impresa facile. Sono anni che stiamo battagliando per far capire come l'unità d'intenti sia più importante delle singole sporadiche vittorie. La crescita deve essere globale. Sono certa che siamo sulla strada buona».
Il mercato del florovivaimo negli anni si è dovuto adeguare ai tempi. E' emerso dai racconti della settantaquattrenne che ad inizio attività dal 1860 in poi l'azienda Sgaravatti spediva i propri prodotti attraverso cataloghi alle singole famiglie della nazione. Ora il cartaceo ha lasciato il posto alle prenotazioni online. Nell'azienda di via Roma a Saonara la Sgaravatti vivai fornisce un posto di lavoro a dieci dipendenti. E Renata Sgaravatti, che ha una succursale anche a Roma, non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Lo deve al marito. Lo deve ad una tradizione senza eguali.
C.Arc.
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