«Riempiamo il vuoto tra la denuncia e la nuova vita delle vittime di violenza»

Martedì 12 Dicembre 2017
CROCE ROSSA
PADOVA «A un certo punto ci siamo accorti che mancava qualcosa». Così nel 2013 è nata la casa d'emergenza della Croce Rossa. È stata una riflessione sull'importanza di avere un anello di congiunzione tra la fuga e il percorso che poi le donne vittime di violenza intraprendono, a dare la spinta alla sezione padovana della Croce Rossa di puntare su quel vuoto e di riempirlo.
«Ci siamo chiesti come poter dare aiuto alle donne che uscivano dalla caserma dei carabinieri o della polizia, o a quelle che venivano dimesse dal Pronto soccorso e non sapevano dove andare per restare al sicuro da mariti o compagni violenti». A raccontare come siano state messe le prime pietre di un progetto che a Padova è di fondamentale importanza nella lotta alla violenza sulle donne, è la direttrice del progetto Donne al centro della Croce Rossa, Viviana Piovesan. «Mancava un anello alla catena che ha da un lato le case di fuga del Comune di Padova e dall'altra i progetti di reinserimento del centro Antiviolenza. L'anello mancante era quello che rappresentava le donne da accogliere in emergenza spiega Piovesan - Capita che dopo un intervento dei carabinieri o dopo una dimissione da un Pronto soccorso queste persone non sappiano dove andare e qui interveniamo noi. Restano per poco tempo e forniamo tutto il necessario per ospitare anche i figli. Siamo l'anello di congiunzione che permette alle donne di capire di cosa hanno bisogno nel loro percorso». Che, una volta fatto rientrare il pericolo e la necessità di sottrarle alle mani violente dei loro uomini, può essere il più disparato possibile.
«Oltre all'emergenza dell'ultimo minuto continua abbiamo anche una struttura dove ospitare donne vittime di violenza e figli dopo che hanno già superato la prima fase critica. Si tratta di un progetto nato nel 2012 e che si chiama Seconda accoglienza e in alcuni casi può durare fino ad un anno e mezzo. Partecipano donne che hanno già vissuto un altro percorso e devono affrontare il reinserimento sociale. Sono di fatto considerate case di sgancio». Perché per una donna può sembrare facile ripartire dopo essersi messa alle spalle la violenza, «ma non lo è affatto».
La Croce Rossa si muove nello spirito delle Convenzioni di Ginevra» aggiunge Giampietro Rupolo, presidente del comitato di Padova della Croce Rossa: «È spontanea la domanda su cos'abbia a spartire la Croce Rossa con regole di protezione dei deboli in caso di guerra, ma dare protezione a donne e bambini vittime di violenza domestica è un'estensione per natura dello spirito del movimento».
N.M.
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