Pioggia e fuggi-fuggi, la rabbia dei baristi

Sabato 8 Maggio 2021
I LOCALI
PADOVA L'acquazzone ha spazzato via tutto. Le persone sedute al tavolo a bere lo spritz, la polvere dalle strade. E ha fatto saltare anche le prenotazioni per la serata, scatenando l'ira dei ristoratori nei confronti delle restrizioni che non permettono di effettuare servizio al tavolo al chiuso. Alle sei del pomeriggio il cielo si è annuvolato e uno scroscio di pioggia si è abbattuto sulla città scatenando il fuggi fuggi. E i telefoni dei ristoranti hanno cominciato a squillare all'impazzata. Quasi tutte le prenotazioni per la serata di ieri sono state cancellate.
La goccia (di pioggia) che ha fatto traboccare il vaso. Da due settimane, da quando hanno riaperto con il servizio al tavolo all'esterno i gestori dei locali hanno fatto presente che ci sono delle difficoltà. Non è possibile prevedere con certezza come si comporterà il meteo e questo impedisce, di fatto, quella programmazione del lavoro su cui si basa l'attività di un ristorante o di un bar. «Oggi pomeriggio abbiamo avuto la prova di quello che sono settimane che diciamo, cioè che il servizio solo all'aperto di fatto non funziona esclama Filippo Segato, segretario di Appe Basta un acquazzone improvviso perché i clienti diano disdetta della prenotazione. È inaccettabile questa situazione. Oltre al danno la beffa: dopo le disdette il temporale è passato quindi i locali avrebbero potuto essere frequentati. Nel frattempo gli esercenti avevano già chiamato i dipendenti, acquistato le materie prime e dovranno conservare quello che riescono, buttare il resto. Con perdite che si accumulano. Ci chiediamo, dove sono i rappresentanti della politica? Sanno darci una spiegazione di cosa possono fare gli esercenti? Ecco le riaperture, queste sono nella realtà».
IL PROVVEDIMENTO
Rimarrà chiuso, maltempo o no, anche il Berlino. Il pub di via Ognissanti ha ricevuto l'esito delle verifiche eseguite dalla questura: nemmeno aprendo i grandi finestroni, come fatto in precedenza, il locale potrà fare servizio al tavolo perché quello non è un plateatico. Tutto è nato all'inizio della settimana scorsa. Il re della movida, Federico Chicco Contin, ha scritto un post su Facebook in cui sosteneva che il pub di via Ognissanti non fosse in regola nemmeno con le finestre aperte: «Per la serie 50 sfumature di plateatico ha scritto il 27 aprile apprendo che per aprire bar e ristoranti basta spalancare le finestre/vetrate e si è in regola, poi guardo bene e scopro che chi interpreta le restrizioni a modo suo è lo stesso personaggio che, intervistato un anno fa, appena autoproclamatosi re del divertimento, dichiarava che il Naviglio doveva rimanere chiuso per rispetto dei malati. Invito tutti i ristoranti chiusi perché senza plateatico a spalancare le finestre». Che non corra buon sangue tra Contin e il duo Nicola Zoppelletto-Marco Carrai, titolari del Berlino, è noto. Lo scontro è esploso in seno all'associazione che si occupava dei Navigli su viale Colombo al Portello, della quale Contin non fa più parte. «Riteniamo che sia un provvedimento ingiusto dato che siamo in possesso di tutti i requisiti necessari a un regolare e sicuro svolgimento delle attività sostiene Zoppelletto Stiamo già predisponendo ricorso presso le autorità competenti. Non siamo ribelli, c'è stato un totale cortocircuito normativo».
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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