Non diagnosticò l'infarto dottoressa condannata a 1 anno

Venerdì 3 Ottobre 2014
(L.I.) Il pubblico ministero Orietta Canova aveva sollecitato una condanna esemplare. Il giudice Beatrice Bergamasco ha accolto l'impostazione accusatoria. Un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena e la non menzione. È la condanna inflitta alla dottoressa Orizia D'Agnese, medico di guardia al Due Palazzi, accusata di omicidio colposo in relazione al decesso di Federico Rigolon, 37enne detenuto, stabilitosi da qualche tempo nel Bassanese, che stava scontando la pena per un verdetto definitivo nella casa di reclusione padovana. Il Tribunale ha comunque riconosciuto al medico le attenuanti generiche, dimezzando le richieste della pubblica accusa che aveva sollecitato due anni di carcere.
La dottoressa D'Agnese, difesa dall'avvocato Lorenzo Locatelli, non si sarebbe accorta dell'infarto in atto. Si sarebbe limitata a prescrivere al detenuto farmaci antigastrite. Una colpa gravissima per il magistrato titolare dell'inchiesta che, nel corso della requisitoria, ha avuto parole molto dure nei confronti del medico.
Rigolon aveva un passato di tossicodipendenza. Sarebbe uscito dal carcere nel 2016. Il pomeriggio del 17 aprile 2011 i suoi compagni di cella l'avevano rinvenuto cadavere sulla sua branda: stroncato da un infarto. Secondo i consulenti della Procura la dottoressa D'Agnese non avrebbe ravvisato fin dal giorno precedente il decesso i sintomi dell'infarto. Rigolon aveva ripetutamente chiesto aiuto all'infermeria del carcere per i forti dolori allo stomaco. Il medico gli aveva prescritto soltanto farmaci senza disporre con massima urgenza un elettrocardiogramma. Per la Procura il decesso poteva essere evitato se il ricovero ospedaliero fosse stato tempestivo.

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