«Nessuna colpa, ma Martin non c'è più»

Domenica 23 Settembre 2018
«Nessuna colpa, ma Martin non c'è più»
SAN MARTINO DI LUPARI
«La polizia locale mi ha detto che è stata una fatalità, una concatenazione di cause. Non punto il dito contro nessuno perché, anche se fosse colpa di qualcuno, mio figlio non c'è più, non è più con noi, non si può più tornare indietro».
Le parole sono di Denis Fior, il papà di Martin, otto anni, deceduto giovedì mattina mentre assieme alla mamma stava rientrando a casa in bicicletta dopo la mattinata trascorsa a scuola, nella 3.A della primaria Duca d'Aosta a San Martino di Lupari. Percorreva la pista ciclabile, è scivolato sul pedale sinistro mentre lo stava spingendo ed è caduto sulla sua sinistra, mentre sulla carreggiata a senso unico proveniva, a bassa velocità, lo scuolabus con a bordo alcuni studenti delle medie. Le ruote posteriori del mezzo hanno travolto il bambino, deceduto sul colpo. Impossibile ogni azione del conducente tant'è che anche la magistratura non ha rilevato nessuna responsabilità legale per il guidatore.
Denis Fior, tecnico montatore di impianti con impieghi spesso all'estero, parla dalla sua abitazione nella cittadina dove ieri pomeriggio è rientrato assieme alla moglie di origine vietnamita, Luong Thi Oanh di 38 anni.
Lei è stata ricoverata all'ospedale di Cittadella poco dopo l'incidente, a causa del potente choc subito. Anche il fratellino di Martin, cinque anni, ha saputo di essere rimasto da solo con mamma e papà. «E' stato il parroco don Livio a dirglielo ieri pomeriggio (venerdì) - continua Fior -. E' venuto a casa, ha giocato con lui e glielo ha fatto capire, anche se certamente si era reso conto che qualcosa non andava. Ha capito che Martin non tornerà più a casa a giocare con lui. Alla zia ha chiesto perché è morto». Ora che la famiglia è ritornata sotto lo stesso tetto, il marito della signora le è stato accanto pressoché sempre in ospedale, sono in molti a venire a portare il loro cordoglio, anche tanti connazionali della mamma di Martin che sono giunti da vari cittadine della zona.
Il dolore dirompente dei parenti, affrontato con discrezione, è allo stesso modo condiviso dalla città: amministrazione, parrocchia, scuola.
La famiglia, il papà è originario di San Martino di Lupari, è perfettamente integrata e partecipe della vita scolastica e comunitaria. «Martin è nato un mese dopo che mia moglie, che ho conosciuto lavorando all'estero, è arrivata in Italia. Ha via via imparato l'italiano frequentando le altre mamme della scuola parrocchiale. Attenta a tutte le necessità, precisa, seguiva sempre Martin nei compiti e nelle lezioni. Lui ha imparato a leggere e scrivere prima di andare a scuola. Siamo stati due mesi e mezzo in Vietnam dai nonni ritornando poco prima della ripresa della scuola. Anche lì aveva molti amici e ha imparato il gioco degli scacchi. Martin - continua il papà - era più riservato del fratellino, aveva un ottimo rendimento scolastico tanto che, con l'ultima pagella, la maestra gli ha detto che le dispiaceva che avesse quattro nove mentre il resto erano tutti dieci. Amava soprattutto l'italiano, faceva karate, giocava a calcio con gli amichetti e poi è sempre andato in bicicletta. Quella che aveva era la terza. Sempre con il suo casco e accompagnato. Ci diceva che voleva fare il medico del cuore, ma ultimamente era affascinato dai pompieri».
Come riferito sempre da Denis Fior, la data delle esequie è in corso di definizione. Quasi certamente si svolgeranno nel pomeriggio di mercoledì nel duomo cittadino. Per il giorno della celebrazione il sindaco Gerry Boratto ha indetto il lutto cittadino.
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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