Medicina legale, «Il Dna nelle provette non è dei 2 guidatori»

Giovedì 18 Aprile 2019
IN AULA
PADOVA È iniziato ieri l'incidente probatorio sullo scandalo delle provette forse manomesse a Medicina legale. In aula, davanti al Gip Elena Lazzarin, al pubblico ministero Silvia Golin e a una stuolo di avvocati, ha parlato il genetista e colonnello dei carabinieri del Ris Giampietro Lago. L'esperto ha sottolineato come nelle due provette sequestrate non sia presente il Dna dei due automobilisti che, secondo l'accusa, sarebbero stati favoriti così da non vedersi sequestrata la patente di guida. I due sono Eduardo Urschitz esperto di infortunistica stradale e l'albergatore Rocco Sbirziola. Entrambi sono finiti iscritti nel registro degli indagati insieme al professore Massimo Montisci, alla dottoressa Arianna Giorgetti, al chimico e biologo Emanuele Nalesso, e al dottore Fabio Fenato. Tutti accusati di falso ideologico. Ancora per l'accusa il direttore di Medicina legale, Massimo Montisci, avrebbe ordinato al suo staff, di fare risultare negative tutte le provette con campioni di sangue, capelli e urine di suoi amici e di amici di amici. L'incidente probatorio proseguirà il 13 maggio e la parola sarà data a un esperto in tossicologia. Tutto era nato a seguito di un esposto presentato in Procura il 20 giugno dell'anno scorso.
M.A.
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