LO SCIOPERO
PADOVA È stato un blocco totale quello dei taxi a Padova. I

Mercoledì 22 Novembre 2017
LO SCIOPERO
PADOVA È stato un blocco totale quello dei taxi a Padova. I 150 soci della cooperativa di tassisti della città del Santo hanno aderito tutti alla giornata di sciopero nazionale della categoria. Come spiega il vicepresidente Libero Arnaldo, «sono stati garantiti solamente i servizi sociali. I nostri associati hanno continuato a trasportare, anche durante le due ore di protesta, le persone, principalmente anziane, che dovevano recarsi ai distretti sanitari o all'ospedale».
SERVIZI GARANTITI
Dalle 10 a mezzogiorno dunque i tassisti hanno incrociato le braccia: «Ci sono stati dei piccoli presidi, ma abbiamo preferito fare l'assemblea nella nostra sede per spiegare ai nostri soci l'evoluzione legislativa che ci sta interessando. Ci spiace arrivare a tanto ma non potevamo fare altro».
Qualche protesta da parte degli utenti: «Molti ci hanno sostenuto, altri non hanno capito e si sono arrabbiati. Li comprendiamo». Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati di categoria, e tra le sigle partecipanti sono comprese Unica-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl-Taxi, Federtaxi-Cisal, Usb-Taxi. Lo sciopero è una protesta contro quella che secondo i tassisti è una deregolamentazione, da parte del governo, del trasporto pubblico non di linea a vantaggio dei servizi concorrenti come Uber. Come si legge nel comunicato dell'Unione di rappresentanza italiana dei tassisti «il servizio taxi, in assenza di regole certe che dovrebbero essere ripristinate dal decreto attuativo, subisce giornalmente l'assalto di soggetti che utilizzano impropriamente i titoli autorizzativi, nonché attacchi da parte di soggetti strutturati e supportati da multinazionali che invadono il mercato disconoscendo le regole più elementari del trasporto pubblico non di linea, producendo gravi scompensi nel servizio e verso l'utenza con vere e proprie operazioni di dumping. La categoria non è più disposta a operare in contesto senza regole o peggio con regole solo per alcuni; rivendichiamo una stringente regolamentazione per chiunque operi nel settore del trasporto persone non di linea».
IL PRECEDENTE
Nel febbraio del 2017, i tassisti avevano protestato per giorni in tutta Italia contro un emendamento al cosiddetto decreto Milleproroghe. La norma serviva a rimandare di un anno l'obbligo per il ministero dei Trasporti di approvare un regolamento sul trasporto abusivo di passeggeri, un tema che i tassisti speravano di utilizzare per ridurre o eliminare la concorrenza di servizi come Uber. Dopo le proteste, i rappresentanti dei tassisti avevano incontrato il governo per concordare l'emissione entro 30 giorni di un decreto attuativo, che avrebbe dovuto regolamentare definitivamente il servizio dei taxi in Italia. Il decreto, però, è stato presentato con molto ritardo, e non è stato ritenuto sufficiente dalla categoria.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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