Lavoratori in nero, 1 milione di contributi sottratti all'Inps

Martedì 12 Marzo 2019
Lavoratori in nero, 1 milione di contributi sottratti all'Inps
ALBIGNASEGO
Il titolare dell'azienda agricola di Albignasego Walter Tresoldi, dovrebbe versare nelle casse dell'Inps un milioni e 180 mila euro di contributi: tutti quelli che non ha versato per i contadini che avrebbe sfruttato nei campi. Gli sono già arrivati tre avvisi di pagamento, ma tutti e tre sono stati al momento sospesi dal giudice del lavoro. Tresoldi e la moglie, il reclutatore di manodopera e tre prestanome, il commercialista e la consulente del lavoro, sono gli otto imputati alla sbarra per il clamoroso caso di caporalato scoperto dai carabinieri nelle campagne di Albignasego. La scorsa settimana sono tutti finiti davanti al Gup Mariella Fino. Sono, oltre a Walter Tresoldi, 50 anni, titolare dell'omonima azienda agricola, la moglie Fanica Hodorogea, 48 anni romena, entrambi sottoposti all'obbligo di dimora nel comune di Abano, il reclutatore di braccianti da impiegare nei campi Robiul Karim Mintu, 44 anni, bengalese, i titolari delle società fittizie utilizzate da Tresoldi Taoufik Bougattaya, 41 anni, Hamid El Kamili, 48 anni, e Tarik Rabichi, 39enne, tutti marocchini, il commercialista Renato Ruzzon, 64 anni, di Tribano, e la figlia Tania, 34enne, pure di Tribano, consulente del lavoro. Le accuse formulate a vario titolo nella richiesta di rinvio a giudizio del pm Benedetto Roberti sono pesantissime: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, in altri termini il caporalato, lesioni personali, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, omesso versamento di contributi previdenziali ed evasione connessa a denunce obbligatorie del datore di lavoro. E proprio sul reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina gli avvocati della difesa hanno sollevato un'eccezione territoriale. Sostengono che l'udienza preliminare dovrebbe tenersi davanti al Gup di Venezia, perchè i primi braccianti stranieri sono atterrati all'aeroporto Marco Polo in laguna. Si sono costituiti parte civile due donne moldave e tre bengalesi. Davanti al Gip c'erano anche otto donne nordafricane, in parte risarcite da Tresoldi, ma che vogliono avere il totale di quanto pattuito che l'imprenditore agricolo verserà loro con 24 rate, una rata al mese. La prossima udienza è stata fissata per l'11 di aprile. L'accusa: l'azienda agricola avrebbe assunto stranieri irregolari, bengalesi e moldavi, che sborsavano di tasca propria tra gli 8 e i 10 mila euro pur di venire in Italia. Lavoravano per 12 o più ore al giorno nei campi di Tresoldi, che produce topinambur e cipollotti poi venduti a supermercati.
M.A.
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