LA SPERANZA
ABANO TERME «La situazione è difficilissima, ma ho deciso

Lunedì 8 Marzo 2021
LA SPERANZA
ABANO TERME «La situazione è difficilissima, ma ho deciso di provarci. Credo che questa sia l'unica strada che posso percorrere». La 31enne Gloria Zorzi, titolare della pasticceria Dolce Gloria di via Martiri d'Ungheria ad Abano, è una delle imprenditrici che hanno presentato domanda per i contributi previsti dalla Regione in un bando destinato ad aziende a totale o prevalente partecipazione femminile. Un aiuto economico a fondo perduto, fino a un massimo del 40 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto di macchinari, impianti produttivi, hardware, attrezzature, mobilio e opere edili. A questo scopo, la Regione ha stanziato un milione e mezzo di euro. «La mia pasticceria con annesso laboratorio al momento funziona solo per asporto - continua la titolare - ma io voglio aprire anche un servizio di caffetteria. Ho preventivato di spendere una cifra attorno ai 70mila euro per il completo rinnovo del locale, che risale agli anni Novanta. Il laboratorio, invece, è stato ammodernato tre anni fa, quando ho rilevato l'attività».
Un passo importante da compiere in un momento in cui il Covid-19 rialza la testa, l'intera regione passa oggi in zona arancione e non viene già da ora escluso che a breve tempo finisca in quella rossa. «Se ho scelto di farlo è perché sono convinta che alla fine da questa brutta vicenda usciremo tutti prosegue Gloria Zorzi - anche se Abano e l'intero bacino termale non saranno più gli stessi. La clientela locale tornerà a frequentare le attività commerciali come prima. Ma sono dubbiosa che questo accada per gli ospiti degli hotel. Il mercato di Abano è un po' particolare, la maggior parte delle persone che vengono a soggiornare da noi sono anziane. La ripartenza, da questo punto di vista, la vedo molto complessa».
Per lei, come per molti altri esercenti, il 2020 rappresenta un anno da dimenticare. «Abbiamo vissuto una situazione davvero pesante. A Pasqua abbiamo tenuto, ma il Natale è stato pessimo. Io ho anche chiuso per un mese, mettendo in cassa integrazione l'unica mia collaboratrice. I vari Dpcm emanati dal governo mi consentivano di tenere aperto, in quanto comunque vendo generi alimentari. Ma una pasticceria non è come un panificio. Non vi è una richiesta continua di uno specifico prodotto. E io ha la necessità di programmare con grande precisione gli acquisti delle materie prime, che debbono essere tutte freschissime. Ed è proprio quello che non si riesce a fare. Almeno per il momento, ce l'ho fatta a pagare le spese. Ma i costi corrono: manutenzione dei frigoriferi e delle altre apparecchiature, bollette e pure l'affitto».
L'alternativa era secca, quindi: ridimensionarsi correndo il rischio, alla fine, di chiudere i battenti oppure rimettersi completamente in gioco, con la speranza di riuscire a entrare in graduatoria e ottenere i rimborsi a parziale copertura del suo coraggioso investimento. «Lo stanziamento di un milione e mezzo di euro non sarà sufficiente a soddisfare tutte le domande; solo quelle presentate tramite la nostra associazione sono 120 interviene Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Padova - L'impegno della Regione ad aumentare la dotazione per finanziarle tutte sarebbe importante. «Tali misure dovranno essere accompagnate da provvedimenti semplici e snelli dichiara Anna Parpagiolla, presidente di Donne Impresa di Padova - Solo così si sosterrà realmente il contributo femminile all'economia italiana e si colmerà il divario con gli altri paesi europei. La pandemia ha inoltre aggravato la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia».
Eugenio Garzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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